La presunta alterazione riscontrata dagli investigatori che indagano sul disastro ferroviario in Puglia riguarda i registri di viaggio della stazione di Andria e, in particolare, l'orario di partenza del trenoET1021, che si è poi scontrato con quello proveniente da Corato ET1016. E' quanto emerge da fonti vicine all'inchiesta. Si parla di annotazioni, modificate a penna in modo "evidente".
Nel cronologico degli orari, l'ora di partenza del treno di Andria (registrata alle 11:05 circa) è collocata temporalmente in maniera anomala perché non rispetta l'ordine cronologico crescente che parte dal mattino e va avanti nel corso della giornata.
La partenza annotata, sostiene chi ha visionato i registri, non si trova dopo quelle delle 11 e prima di quelle delle 11:30, ma è stata modificata a penna e posizionata molto prima. Per questo è ritenuta sospetta, perché può essere stata modificata in qualsiasi momento, anche dopo che si è diffusa la notizia del disastro. Fonti inquirenti confermano che l'anomalia riscontrata riguarda solo i registri cartacei.
Gli interrogatori e le richieste di rinvio - E ruoterà proprio sulla alterazione manuale dei registri cartacei di viaggio della stazione di Andria l'interrogatorio di Vito Piccarreta, il capostazione andriese che lunedì si presenterà in procura, a Trani, per rispondere alle domande dei pubblici ministeri. Piccarreta ha ripetuto al suo legale, Leonardo De Cesare, di avere un equilibrio psichico precario. Ha quindi chiesto alla Procura il rinvio dell'esame e ha allegato all'istanza un certificato medico perché teme di non essere in grado di rispondere alle domande.
Slitterà invece ai prossimi giorni l'interrogatorio di Alessio Porcelli, il capostazione di Corato, anche lui tra i sei indagati (i due capistazione, i vertici di Ferrotramviaria e il capotreno superstite). Il legale di Porcelli, Massimo Chiusolo, ha chiesto il rinvio perché è impegnato in un processo a Bari.
Oltre alle dichiarazioni di Piccarreta, saranno determinanti quelle del capostazione di Corato. Porcelli nei prossimi giorni - annuncia chi gli ha parlato - dirà ai magistrati di aver chiamato alle 10.50 Piccarreta e di averlo avvisato che era in partenza l'ET1642, il primo dei due treni provenienti da Corato. Il convoglio - secondo Porcelli - parte alle 10.51 e arriva ad Andria alle 10.59, con 22-23 minuti di ritardo. Alle 10.59 il capostazione di Andria chiama il collega di Corato e lo avvisa che vede arrivare l'ET1642 e gli chiede di far partire l'ET1016, che parte. Dopo sette muniti si verifica lo scontro. Sono le 11.06.
Non un singolo errore umano - Torna quindi l'interrogativo: un semplice errore umano? "Inverosimile", ripetono dalla Procura perché l'errore coinvolgerebbe sei ferrovieri: due capistazione, due macchinisti e due capitreno. I macchinisti, infatti, hanno a bordo dei registri sui quali annotano le partenze e gli arrivi. E la partenza da Andria poteva avvenire solo dopo l'arrivo del secondo treno da Corato, del quale tutti sapevano. Inoltre, se un treno viene soppresso il capostazione deve rilasciare al macchinista un modulo sul quale si attesta l'avvenuta soppressione. E questo Piccarreta non lo ha fatto perché non c'era nessuna soppressione. Solo indagando su queste pieghe dell'indagine si potrà ricostruire la dinamica del più grave disastro ferroviario degli ultimi anni.