A FIDENZA

Musulmana vestita in piscina, l'assessore: nessuna polemica

L'episodio sabato ha scatenato la reazione politica. Ma la replica del comune non si è fatta attendere: "Capo d'abbigliamento consentito"

Una donna di fede islamica si è presentata nella piscina di Guatelli di Fidenza vestita ed ha fatto il bagno assieme agli altri. Questo quando dicono esponenti politici locali di Forza Italia e Lega che accusano il comune di non far rispettare le norme igieniche. Ma la replica, ad una polemica che non sembra sopirsi, arriva dall'assessore Malvisi: "Capo tecnico consentito".

"Tutti devono rispettare le nostre regole - ha spiegato Malvisi - anche chi arriva da contesti diversi da quello locale. Alla piscina Guatelli di Fidenza quelle regole sono state rispettate e fatte rispettare. Sabato scorso, come tanti fidentini, ero anche io in piscina e ho visto tutto in diretta".

Assessore: "La notizia bomba? Il regolamento è stato rispettato" - Innanzi tutto confermo che il regolamento della piscina Guatelli vieta di fare il bagno con indumenti non idonei e voglio sottolineare che il regolamento e le norme igieniche devono essere rispettate da tutti coloro che vogliono frequentare la piscina. Ed ecco la notizia bomba: la ragazza musulmana al centro della polemica non ha infranto alcuna regola. I bagnini hanno verificato immediatamente l'abbigliamento della ragazza, che ha anche presentato certificazione di idoneità all'utilizzo in piscine pubbliche dei capi che indossava, appositamente confezionati per la balneazione".

"Polemica frutto di ignoranza e discriminazione" - Una volta chiarito l'aspetto più prettamente "tecnico-formale", l'assessore Malvisi si è poi scagliato contro chi ha soffiato su questa polemica. "Comprendo che non tutti possano essere a conoscenza che esistono costumi da bagno diversi dai nostri e che dia fastidio vedere qualcuno che apparentemente non rispetta le regole ma credo che occorrerebbe informarsi prima di lanciare insulti, fare polemiche e creare situazioni veramente imbarazzanti. Ecco perché mi chiedo ancora quanto di questa polemica sia dettata da preoccupazioni sanitarie e quanto invece sia frutto di ignoranza e discriminazione".