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Scontro treni, capostazione Andria: "Non è solo colpa mia"

Da mercoledì l'uomo è iscritto nel registro degli indagati per disastro colposo e omicidio plurimo

"Sono stato io ad alzare quella paletta. Ho dato il via. Adesso mi buttano tutti la croce addosso, ma non è stata solo colpa mia". Queste le poche parole che arrivano da Vito Piccarreta, capostazione di Andria, ora indagato per lo scontro tra i due treni in Puglia che ha causato 23 morti. Chi lo conosce lo descrive come sconvolto: "Non mangia, non dorme, continua a pensare a quell'istante che ha cambiato per sempre la sua vita", racconta un'amica.


"E' schiacciato dal peso di tutta quella gente morta in un modo orribile - prosegue la donna, come racconta il Corriere della Sera -. Ha sempre fatto il suo lavoro con coscienza, lasciatelo stare". "E' una persona garbata e perbene, padre di famiglia e marito affettuoso, non un pazzo, ma un serio lavoratore", gli fa eco un altro conoscente.

La moglie di Piccarreta: "Siamo vittime anche noi" - "Siamo vittime anche noi - ha detto invece la moglie, Giuseppina Piccarreta -. Soffriamo con quelle famiglie che hanno perduto i loro cari. Non può cascare tutto sulle nostre spalle".

A breve l'interrogatorio - Piccarreta sarà ascoltato nei prossimi giorni dalla squadra mobile della Questura di Bari diretta da Luigi Rinella. Previsto a breve anche l'interrogatorio dell'altro capostazione, Alessio Porcelli. I due sono gli unici indagati: entro venerdì dovrebbero ricevere informazioni di garanzia in occasione delle autopsie sui corpi delle vittime.

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