Secondo l'assicurazione varrebbero meno di 70mila euro le vite delle sette ragazze italiane morte nel tragico schianto del pullman che portava gli studenti Erasmus da Valencia a Barcellona. La cifra finora calcolata come risarcimento alle famiglie dovrebbe essere decurtata del 25 per cento perché, a dire dell'istituto previdenziale, le vittime non indossavano la cintura di sicurezza al momento dell'incidente.
In Italia è unanime lo sdegno per la decisione della compagnia assicurativa. Scandalizzati i familiari delle vittime, che promettono battaglia, non per i soldi, che saranno devoluti in beneficenza, ma per lo scarso valore attribuito alla vita umana.
Renzi: "Assurdità insopportabile" - A loro, in serata ha rivolto un pensiero il presidente del Consiglio Matteo Renzi, esprimendo "amarezza" e "rabbia". "Una assurdità insopportabile - ha commentato il premier - per chi ha tanto sofferto e ha perso una persona cara".
Vittime "colpevoli" perché non indossava la cintura di sicurezza - Secondo l'assicurazione le giovani vittime sono "colpevoli" di non avere indossato le cinture di sicurezza, quindi il rimborso deve essere decurtato, per la precisione del 25% rispetto alla somma prevista, già inferiore agli standard assicurativi italiani ed europei.
Tredici le vittime dell'incidente, sette le italiane - Su quell'autobus in viaggio da Valencia a Barcellona il 20 marzo 2016 trovarono la morte 13 ragazze, sette delle quali italiane: la genovese Francesca Bonello, la torinese Serena Saracino, Valentina Gallo, Elena Maestrini, Elisa Valent, Lucrezia Borghi ed Elisa Scarascia Mugnozza. Con loro, due ragazze tedesche, una rumena, una dell'Uzbekistan, una francese e una austriaca. Tutte tra i 19 ei 25 anni. L'autista aveva subito ammesso le proprie colpe confessando di essersi addormentato.
Lo sdegno dei genitori delle vittime - Pochi giorni fa, le lettere con la proposta di risarcimento. "Una proposta che abbiamo rifiutato sdegnati", afferma Alessandro Saracino, il papà di Serena: 52mila euro, come informa il quotidiano "La Stampa", con un deciso ritocco verso il basso perché le giovani (è la tesi dell'assicurazione) non stavano indossando la cintura di sicurezza.
"Hanno impostato la vicenda - ha spiegato Saracino - come se le ragazze si fossero macchiate di chissà quale colpa. A quanto ne so, invece, le cinture le avevano, ma erano cinture addominali, non a tre punti, e quindi assolutamente inadeguate. Ma in quel Paese i risarcimenti sono irrisori: li hanno innalzati a gennaio nel 2016, ma rispetto ai nostri parametri sono ai confini del ridicolo".
Della stessa opinione il padre di Francesca Bonello, Paolo. "La vita di nostra figlia non ha prezzo perché nessuno ce la potrà restituire. Ma è assurdo decurtare un risarcimento del 25% perché si presume che su quel bus lei non indossasse la cintura di sicurezza".
"Non è una questione di soldi", risarcimenti andranno in beneficenza - I familiari delle studentesse hanno più volte ribadito che "non si tratta di una questione di soldi" e che devolveranno i risarcimenti in beneficenza. "Quello che bisognerebbe sottolineare - ha commentato ancora Saracino - è che quella strada non era in buone condizioni. E che le indagini stanno procedendo con lentezza. Eppure, se siamo tutti in Europa, la sicurezza dei nostri ragazzi dovrebbe essere tutelata allo stesso modo in qualsiasi Paese, in Spagna come in Italia. Mi verrebbe da concludere che l'Erasmus, così com'è oggi, sarebbe da sospendere: è troppo pericoloso".