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Pèsach, Pesah, Passover: i nomi della Pasqua Ebraica, simbolo della libertà che ogni anno si rinnova  

Il 28 marzo si celebra la Pasqua ebraica: ecco la ricetta del ristorante kosher di street food gourmet Denzel di Milano

Denzel, hamburgeria kosher 

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Il 28 marzo 2021, o meglio 15 di Nissan 5781 nel calendario ebraico, è la festa che ricorda l’uscita del popolo ebraico dall’Egitto, dopo tre secoli di schiavitù. La storia è ben nota a tutti: gli ebrei, dopo un lungo periodo di sottomissione, guidati da Mosè lasciarono l’Egitto in grande velocità, tanto da non avere il tempo di far lievitare il pane. Da qui il divieto assoluto negli otto giorni di Pesach di mangiare cibi lievitati e persino di possederli in casa.

L’azzima, o matzà in ebraico (pane non lievitato), sostituisce il pane per tutto il periodo della festa e nei giorni che la precedono gli ebrei si dedicano ad una scrupolosa pulizia delle case, per eliminare ogni traccia di cibi lievitati (chametz) e da qui pare sia nata l’usanza delle «pulizie di Pasqua».

Di generazione in generazione, da molti secoli ci si ritrova in famiglia per una cena «Seder» (in italiano «ordine») durante la quale si legge l’Haggadah (il racconto dell’Esodo in lingua aramaica), si consumano i cibi che simboleggiano il dolore della schiavitù e la gioia della libertà.

Ma nel piatto del Seder non mancano altri cibi evocativi, tra i quali l’erba amara (in ricordo dei tempi duri della schiavitù), l’uovo (simbolo della continuità della vita), il vino e, naturalmente, il pane azzimo che sancisce la differenza di questa sera da tutte le altre sere dell’anno.

 

 

 

Dopo la lettura dell’Esodo, la cena prosegue con piatti della tradizione famigliare e canti allegri in un’ottica di speranza che non è mai venuta meno anche nei momenti storici più difficili, perché Pesach rappresenta per ogni generazione la possibilità di riacquistare la libertà, come valore assoluto.

Uno dei piatti su cui si fa una delle benedizioni è il charoset, un impasto a base di frutta secca e fresca che ricorda l’argilla con cui gli ebrei in schiavitù fabbricavano i mattoni in Egitto.

Esistono innumerevoli varietà di ricette del charoset, a seconda dell’area geografica di provenienza o delle tradizioni familiari. Noi abbiamo scelto un’antica ricetta iraniana di famiglia, proposta da Afshin Kaboli, proprietario del ristorante Denzel di Milano, ebreo iraniano di Mashad (una città del nord-est dell'Iran).

Il ristorante Denzel nasce undici anni fa come hamburgeria kosher, la cui proposta si è arricchita con il passare del tempo con piatti della tradizione ebraica, come i falafel, le salse hummus e tahina, lo shawerma, i kebbe, gli spiedini di manzo con il riso basmati. Come tanti altri ristoranti, da un anno Denzel si è convertito, temporaneamente, al delivery facendo consegne dirette in tutta Milano.

Tutte le informazioni si trovano sul sito e sulle pagine social del ristorante.

La ricetta del Charoset

Ingredienti per 1 kg: 500 grammi mandorle - 350 grammi noci - 150 grammi nocciole - 300 grammi datteri snocciolati - 4 mele golden - 1 melograno - 2 bicchieri vino dolce

Preparazione:

Lavare le mandorle, le noci e le nocciole e poi metterle nel forno per 1 minuto a 120 gradi.

Tritare queste tre cose insieme, successivamente macinare le mele e i datteri insieme e poi spremere il melograno.

A questo punto mischiare tutto insieme e aggiungere 2 bicchieri di vino dolce e lasciare riposare in frigo.

Di Indira Fassioni 

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