Dalle penne e dai bracciali con micro telecamere nascoste alle app che lanciano l'allarme ad amici o forze dell'ordine: sono numerosi gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione delle donne per difendersi da femminicidio, abusi e violenze. Solo pochi mesi fa, l'India ha stabilito l'obbligo di fabbricare gli smartphone predisponendo un tasto anti-violenza per chiedere aiuto. "Quando la chiamata d'emergenza non è possibile, si stanno sviluppando delle app dedicate e ce ne sono già altre in fase di valutazione", ha spiegato Maria José Falcicchia, dirigente ufficio prevenzione della Questura di Milano.
La geolocalizzazione è fondamentale per queste applicazioni, che sono in grado di lanciare l'Sos ad amici o alle forze dell'ordine indicando con precisione la posizione della vittima. Esistono poi altri dispositivi che servono alle vittime a raccogliere le prove delle violenze subite. Dalla classica penna da taschino al telecomandino portachiavi fino al braccialetto con pulsante: gli oggetti più comuni e "insospettabili" diventano il nascondiglio perfetto per una telecamera.
"Una richiesta d'aiuto supportata da registrazioni audiovideo viene considerata con grande rilevanza però le vittime non devono esporsi", ha osservato la Falcicchia. Sono stati realizzati inoltre dispositivi in grado di rivelare se lo stalker ha messo sotto controllo il cellulare o ha messo in atto sistemi di monitoraggio a distanza dell'appartamento. "Una denuncia non la facciamo mai cadere nel vuoto, ma diamo sempre sempre una risposta. L'invito è a fidarsi", ha concluso il dirigente della Questura di Milano.