Usa, via libera ai transessuali nell'esercito: cade l'ultimo tabù
L'annuncio è stato dato dal segretario della Difesa, Ashton Carter: "E' la cosa giusta, il nostro Paese sarà più forte"
L'esercito degli Stati Uniti ha revocato il divieto per i transessuali di servire nell'esercito. Lo ha annunciato il segretario alla Difesa, Ashton Carter, ribadendo la sua personale battaglia ai tabù di genere nell'esercito, sulla linea lanciata dall'amministrazione Obama nel 2010 con la fine della regola del "Don't ask don't tell", ovvero dell'obbligo di assoluto silenzio sulla propria omosessualità per i militari. "Questa è la cosa giusta da fare per il nostro popolo e la nostra forza", ha dichiarato.
"Non possiamo avere barriere" - La svolta era stata annunciata alcuni giorni fa, facendo da un lato esultare i difensori dei diritti transgender e gli esponenti della comunità Lgbt e, dall'altro, alimentando le polemiche. "Stiamo parlando di persone di talento che servono con impegno o che vogliono avere l'opportunità di servire - ha detto Carter -. Non possiamo avere barriere scollegate dalle competenze di una persona, barriere che ci impediscono di arruolare e tenere con noi quanti possono compiere al meglio la missione".
La "nuova" linea dell'esercito Usa - Il segretario alla Difesa ha di recente stabilito che le donne possono operare in prima linea, portando ai vertici della U.S Army, in qualità di primo capo dell'esercito apertamente gay, Eric K. Fanning. Secondo uno studio della Rand Corporation, ci sono 2.450 transessuali in servizio attivo nelle Forze armate americane. Un nuovo rapporto afferma invece che circa 1,4 milioni di adulti statunitensi si identificano come transgender.
Il caso più famoso di un transgender nell'esercito americano è quello di Cristopher Back, ex Rambo pluridecorato dei Navy Seal che una volta lasciato il corpo dei Marine nel 2013 ha fatto coming out, postando una sua foto come donna sui social media e cambiando nome in Kristin Back.
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