Milletrecento contributors di Wikipedia - i volontari che aggiornano la più grande enciclopedia online e gratuita di internet - si sono riuniti dal 21 al 28 giugno a Esino Lario, 760 anime in provincia di Lecco. Il piccolo borgo, su un’altura che domina il lago di Como, ha ospitato wikipediani e “nerd” da 63 Paesi di tutto il mondo per la loro convention annuale. “Un vero miracolo italiano che ha già fatto il giro del mondo - spiega a Tgcom 24 Iolanda Pensa, 40 anni, ricercatrice universitaria, organizzatrice dell’evento e lei stessa collaboratrice dell’enciclopedia - per ospitare Wikimania Esino ha battuto la concorrenza di metropoli come Manila e Atlantic City”.
Come è nata l’idea di candidare Esino Lario a ospitare la convention?
Tornavo da Wikimania 2013 a Hong Kong. Lì le conferenze si facevano in università: alla fine dei meeting ognuno però tornava nella propria camera d’albergo. Insomma l’ambiente era dispersivo. C’erano pochi momenti per stare insieme. Allora ho pensato a Esino, dove trascorrevo le estati della mia infanzia: era piccolo e meno attrezzato, ma le occasioni d’incontro non mancavano!
In che modo avete convinto Wikipedia?
Se chiunque in ogni luogo del mondo può contribuire a un’enciclopedia virtuale grazie a internet, perché un evento mondiale deve per forza essere ospitato da un grande città? Non è necessario essere il cosiddetto “centro”. Il vero centro del mondo è il luogo dove ci troviamo ora. È questa la filosofia su cui si fonda Wikipedia ed è stato questo lo spirito della candidatura di Esino.
Come avete battuto la concorrenza di Manila e Atlantic City?
Con mesi di duro lavoro. Abbiamo pianificato tutto. Si trattava di un progetto affascinante, ma l’idea di una Wikimania in un paesino di montagna all’inizio faceva paura agli organizzatori. Come avremmo potuto garantire servizi e spazi adeguati? Li abbiamo convinti con una dettagliata documentazione: studi di fattibilità, progetto esecutivo e mappatura degli spazi. Abbiamo persino censito nel dettaglio i posti letto.
Quali sfide logistiche avete affrontato?
Convincere i proprietari di casa ad accogliere giovani “nerd” da tutto il mondo: bisognava trovare 738 posti letto per gli ospiti della manifestazione. In 440 sono stati sistemati nelle seconde case, gli altri nelle abitazioni che le 66 famiglie esinesi hanno messo a disposizione in cambio di un piccolo rimborso spese, i restanti divisi tra hotel e dormitori. Esino è sempre stato un posto di villeggiatura, negli anni ’60 in estate si toccavano le 12.000 presenze.
Come ha risposto la comunità esinese?
Non c’è stato un solo abitante di Esino che non sia stato in qualche modo coinvolto nel progetto. Tutti hanno ospitato in casa un wikipediano. C’è chi ha seguito corsi per imparare l’inglese, i volontari della protezione civile hanno studiato le misure necessarie per la sicurezza degli ospiti, mentre gli alpini hanno pulito i sentieri per le passeggiate in montagna.
Quale eredità Wikimania lascia a Esino?
In concreto: la fibra ottica distribuita in tutti gli edifici pubblici del paese. Alcuni di questi spazi, cioè la piazza principale e Villa Clotilde, avranno il wifi gratuito anche dopo il congresso. L’ex cinema, in disuso da anni, è diventato una sala polivalente. Da Regione e Provincia sono arrivati 500mila euro per la strada che non veniva rifatta da quarant'anni.
Farete scuola?
E’ stato chiaro fin dall’inizio che non volevamo costruire nuove strutture, andando invece a potenziare gli edifici che già esistevano. I meeting si tenevano in piazza e i contributors venivano ospitati nelle case. Abbiamo inventato un nuovo modo di fare convegni.
Esino ospiterà altri meeting?
Le premesse ci sono. In questi anni è cambiato il turismo e l’utilizzo delle seconde case, lo spopolamento è un pericolo reale. Questo progetto invece ha dato una scossa a tutti. Niente è impossibile. In fondo, questo è proprio quello che Wikipedia insegna. Con Wikimania 2016 abbiamo dato una seconda vita a un paesino di mezza montagna che rischiava di morire.