Il Dantedì 2021– la giornata in cui si ricorda Dante Alighieri – quest'anno coincide con una celebrazione importante: i 700 anni dalla sua morte. Tante le iniziative messe in piedi per omaggiare uno dei 'padri' della lingua italiana, punto di riferimento della nostra letteratura. Perché un ripasso è sempre opportuno visto che, nonostante la sua importanza, sono ancora troppi quelli che ne ignorano la vita e le opere. Una considerazione da cui non sfuggono quelli che dovrebbero saperne di più, semplicemente perché lo stanno approfondendo ora: gli studenti. Skuola.net lo ha potuto verificare interrogando 1.000 alunni dell'ultimo triennio del liceo, per i quali Dante è inserito obbligatoriamente nel programma. Con risultati spesso scoraggianti.
La metà non riesce a collocarlo nel giusto periodo storico
Tanti quelli che sbagliano a rispondere sulle nozioni più basilari. Soprattutto considerando la caratura del personaggio. Ad esempio, 1 su 5 – posto di fronte a un elenco di città - non ha indicato Firenze come luogo di nascita di Dante. Molti di più (45%) quelli che hanno dimostrato di non sapere il luogo in cui è morto e in cui è sepolto: Ravenna. Niente da fare anche con la sua collocazione storica: solamente il 52% lo posiziona a cavallo tra il 1200 e il 1300. Così come le cose più scontate sembrano non appartenere al bagaglio culturale di molti. È il caso del soprannome con cui è universalmente conosciuto Dante, il 'Sommo Poeta': solo 3 su 4 lo hanno saputo dire (gli altri hanno spaziato dal 'Divino' al 'Vate' al 'Genio').
Quanta confusione sulle sue opere
Passando alla sua produzione letteraria, stupisce che quasi 1 su 5 non abbia riconosciuto il “Decameron” (di Boccaccio) come l'intrusa in mezzo ad altre famose opere dantesche. Lo stesso è avvenuto facendo l'esperimento inverso: su una proposta di quattro titoli, di cui uno solo effettivamente scritto dall’Alighieri, solo il 74% ha indicato correttamente il “De Monarchia” (per la cronaca le altre erano “Il Principe” di Machiavelli, il “Canzoniere” di Petrarca e l’”Orlando furioso” di Ariosto; non proprio opzioni alla portata esclusiva di esperti filologi). E che dire di quel 22% che alla domanda “Come si chiamava la musa ispiratrice di Dante?” ha confuso Beatrice, ad esempio, con la Fiammetta di Boccaccio o con la Laura di Petrarca (ma anche con la Silvia di Leopardi).
"Divina Commedia", questa sconosciuta
Ancora più imperdonabile la scarsa preparazione sull'opera simbolo di Dante, la “Divina Commedia”. Per i ragazzi interpellati non dovrebbe avere segreti, almeno nei tratti essenziali. Eppure le cose non stanno così: solo 6 su 10 ne hanno riportato l'esatta struttura, articolata in 3 'cantiche' (Inferno, Purgatorio e Paradiso) suddivise, a loro volta, in 'canti'. Decisamente meno (1 su 2) quelli che ricordano il numero preciso dei 'canti' (100 e non 99, come molti pensano). Circa un quinto (17%) ha addirittura tolto a Virgilio il ruolo di guida nel viaggio verso gli inferi. Ma è sui personaggi che popolano il testo che, per la maggior parte degli studenti, è notte fonda: appena 1 su 3 ha individuato in Giotto il nome non presente all'Inferno (la fetta più grande si è orientata su Maometto, che invece c'è).
Dante? "E' stato friendzonato da Beatrice"
E poi c'è, naturalmente, il quotidiano 'massacro' che viene fatto della “Commedia” nelle nostre aule. Gli alunni sono stati invitati a raccontare gli strafalcioni più clamorosi sentiti durante lezioni e interrogazioni. Il risultato? La “Divina Commedia” l'hanno composta praticamente tutti: Omero, Virgilio, persino Pirandello. E allora cosa ha scritto il 'Sommo Poeta'? Tenetevi forte: c'è chi ha risposto “Romeo e Giulietta”. Per qualcuno, invece, la “Commedia” è stata composta “in memoria di Dante, dopo la sua morte”. Qualcun altro avrebbe impunemente affermato che si tratta della “storia della sua vita”, in pratica di una biografia. C'è chi ha sostituito Papa Bonifacio VIII con Papa Bergoglio e chi ha aggiunto una quarta cantica: la Terra. Ma il più creativo di tutti è un ragazzo che ha cercato di attualizzare, forse troppo, il rapporto tra il poeta e la sua musa: per lui “Dante è stato friendzonato da Beatrice”.