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Duplice omicidio Firenze, l'arrestato: "Ero ricattato"

Il killer sarebbe andato a casa del trans con l'obiettivo di uccidere perché il brasiliano gli aveva chiesto più volte soldi minacciandolo di rivelare la loro relazione

Mirco Alessi sarebbe andato dal trans brasiliano Gilberto Manoel Da Silva, massacrato a coltellate nella sua casa di Firenze, con l'obiettivo di ucciderlo perché lo ricattava. Secondo quanto accertato dai carabinieri dopo l'arresto del 42enne, tra i due c'era una relazione sentimentale stabile e nell'ultimo periodo il brasiliano aveva chiesto più volte denaro ad Alessi minacciando di rivelare la loro relazione se quest'ultimo non l'avesse pagato.

Il loro rapporto andava avanti da anni e Alessi, non sopportando più le continue richieste di denaro, avrebbe deciso di togliergli la vita e si sarebbe recato a casa sua con questa precisa intenzione. La 27enne dominicana Mariela Josefina Santos Cruz, uccisa anche lei a coltellate, sarebbe stata aggredita da Alessi solo perché si trovava nell'abitazione al momento dell'omicidio del transessuale.

Una tragica telefonata: "Due sorprese per voi" - Si apprende inoltre che mentre era in fuga Mirco Alessi ha strappato il cellulare di mano a una passante e ha chiamato il 112, chiedendo ai carabinieri se erano contenti delle "due sorprese" che aveva lasciato nell'abitazione fiorentina di via Fiume, riferendosi al transessuale 45 enne e alla 27enne morte accoltellate. La chiamata non è partita, ma è stata riferita ai militari da un testimone, la donna alla quale Alessi, arrivato a Cecina (Livorno), aveva preso il telefono.

Secondo quanto ricostruito, dopo il duplice omicidio Alessi è tornato nella sua abitazione di via Palazzuolo per cambiarsi i vestiti sporchi del sangue delle vittime, per poi fuggire a bordo della sua Citroen C1 rossa. Si è diretto verso Santa Croce sull'Arno, dove ha messo fuori uso l'impianto satellitare della vettura per non essere localizzato. Per tutto il tempo della fuga, nel corso della quale ha anche ritirato denaro a un bancomat, ha effettuato chiamate deliranti al 112, sfidando i carabinieri e sottolineando la sua abilità nella fuga.

Arrivato in un paese dell'entroterra livornese, ha sostituito le targhe della sua auto con quelle rubate a una vettura in sosta. Poi ha raggiunto Cecina, dove ha strappato il telefono alla passante cercando di chiamare il 112 parlando delle due "sorprese" lasciate a Firenze. In tarda serata ha raggiunto Monticiano (Siena), dove ha nuovamente contattato i carabinieri, che lo hanno localizzato e arrestato mentre era nella sua auto, ferma all'interno del paese.

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