A giugno 2016 la fiducia di imprese e consumatori ha registrato nuovamente una battuta d’arresto. Dopo l’aumento di maggio, infatti, la fiducia delle imprese è scesa a 101,2 punti, mentre quella dei consumatori si è confermata in calo, portandosi a 110,2 punti.
Le serie storiche che accompagnano il resoconto dell’Istat mostrano anche in questo caso, come per molti altri indicatori economici italiani, un andamento altalenante: nell’arco dei sei mesi del 2016, infatti, in ben quattro occasioni il dato relativo al clima di fiducia dei consumatori si è mostrato in calo (febbraio a 114,3 punti dai 118,5 di gennaio, ad aprile 114 dai 114,8 di marzo, a maggio 112,5 e a giugno 110,2 punti).
Un andamento migliore è stato invece registrato, in questo primo semestre, per il clima di fiducia delle imprese. Tra gennaio e giugno le contrazioni sono state, infatti, tre: a gennaio su dicembre (da 105,3 a 101,5), a marzo su febbraio (da 103 a 100,4) e a giugno su maggio (da 103 a 101,2).
Osservando più da vicino si può notare come il calo della fiducia dei consumatori sia stato dettato da tutte le componenti della domanda: il clima economico è passato da 135,7 punti a 131,8; quello personale da 105,4 a 103, quello corrente da 109,8 a 108,2 mentre quello futuro da 117,6 a 112,9. Appaiono in continuo miglioramento le attese sulla disoccupazione, cresciute dai 2 punti di gennaio a i 32 dell’ultimo mese preso in considerazione
Diverso l’andamento delle varie voci che compongono il clima di fiducia delle imprese. Agli aumenti che hanno interessato le imprese attive nel settore manifatturiero, da 102,1 a 102,8, e in quello delle costruzioni, da 120,4 a 121,6, si sono contrapposti i cali riportati dalle imprese sei servizi di mercato, da 107,3 a 105, e del commercio al dettaglio, da 101 a 99,7.