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Isis, l'esercito iracheno: "Falluja è stata completamente liberata"

La città era caduta nelle mani dei jihadisti a gennaio 2014

L'esercito iracheno ha sconfitto l'Isis a Falluja. Lo rende noto il comandante delle forze di Baghdad, Abdul-Wahad al-Saadi, che ha dichiarato la "piena liberazione" della città. Nei giorni scorsi la notizia era stata anticipata dal premier iracheno Al Abadi, che tuttavia aveva precisato come una piccola parte di Falluja fosse ancora nelle mani degli jihadisti. La città era stata conquistata dallo Stato islamico nel gennaio del 2014.

"Dal centro del quartiere al Julan, ci congratuliamo col popolo iracheno e con il Comandante in capo", ha detto il generale Abdul-Wahab al-Saadi, attorniato da alcuni ufficiali, mentre diversi soldati sparavano raffiche di mitra in aria, in segno di giubilo. "La battaglia per Falluja è finita", ha detto ancora il generale, aggiungendo che circa 1.800 miliziani dell'Isis sono stati uccisi, e molti altri sono fuggiti. Il premier Haidar al Abadi è andato di persona a rendere onore al merito, proprio a Falluja.

Al-Saadi ha anche detto che è già iniziata la 'bonifica', ossia le operazioni per rimuovere tutte le trappole esplosive che i miliziani del Califfato si sono lasciati alle spalle in varie zone della città. Saranno necessari diversi giorni. Tuttavia, le condizioni generali non sono drammatiche, non c'è la distruzione che ha invece caratterizzato diverse altri centri liberati, come Ramadi, poco distante. A riferirlo via Twitter è stato il ministro della difesa iracheno, Khalid al Obeidi, secondo il quale il 90% della città è ora "sicuro e abitabile".

Non è però ben chiaro quante delle oltre 85mila persone, che secondo l'Onu sono fuggite sin dall'inizio dell'operazione, torneranno alle loro case. Del resto, Falluja ha visto nel corso degli ultimi 15 anni un continuo esodo, a causa di una serie di battaglie. Nel 2003 aveva oltre 420 mila abitanti. Poi è stata teatro di feroci combattimenti, in particolare dopo che nel 2004 quattro contractor americani furono massacrati da una folla inferocita e i loro cadaveri appesi sotto un ponte sull'Eufrate.

Per riprendere il controllo della città, che sorge ad una cinquantina di km da Baghdad, le forze Usa scatenarono una battaglia andata avanti per settimane, in cui vennero usate anche bombe al fosforo, con un bilancio di molte centinaia di morti. Da allora è stata poi di nuovo al centro di altri scontri e combattimenti. Al punto che nel 2006 la popolazione, continuando a fuggire dalle violenze, era già di fatto dimezzata. Molti se ne sono poi andati quando sulla città è stata issata la bandiera nera del Califfo al Baghdadi.

Ora con quel vessillo i soldati iracheni si puliscono le scarpe e la bandiera irachena è stata di nuovo issata a Falluja da al Abadi. Il premier aveva in realtà già annunciato la "liberazione" il 17 giugno, affermando che rimanevano solo poche "sacche di resistenza", che sarebbero state ripulite nel giro di poche ore. Ci sono voluti 10 giorni, ma per una città come Falluja, dieci giorni di combattimenti non sono nulla.

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