Mercato del lavoro

I giovani inattivi in Italia

Nel nostro paese sono ancora oltre 2 milioni. Tramite il programma Garanzia Giovani uno su tre trova lavoro dopo un mese

Secondo il recente report dell'Isfol un giovane su tre che ha usufruito di un servizio previsto da Garanzia Giovani ha trovato lavoro a un mese dalla conclusione dell'azione intrapresa, il 40% a tre mesi e il 43% a sei mesi. Nelle regioni del Nord-Est la percentuale può raggiungere anche il 50%.

Il programma europeo Garanzia Giovani, avviato in Italia nel 2014, ha un obiettivo ambizioso: accrescere l'occupabilità dei 15-29enni che non studiano, non lavorano e che non seguono percorsi di apprendistato (i cosiddetti neet). Lo scopo, insomma, è evitare di dissipare capitale umano, una questione che non si esaurisce con i numeri e con le statistiche. Chi non trova occupazione non riesce a sviluppare capacità e competenze, insomma un danno per l'economia.

In generale, quelli relativi alla disoccupazione giovanile (15-24 anni), sono numeri inquietanti, soprattutto negli anni più duri della crisi economica, in Italia e in altri paesi dell'Eurozona. In Spagna e Grecia ha raggiunto livelli record (oltre il 50%), in Croazia e in Italia il tasso di disoccupazione giovanile ha raggiunto valori oltre il 40%. Ad aprile il dato italiano risulta essere al 36,9%, in aumento dello 0,2% su base mensile.

Per quanto riguarda i neet, segmento che comprende gli inattivi, l'Istat ha rilevato nel 2015 un primo ribasso dall'inizio della crisi. Un timido miglioramento e poco più poiché sono ancora 2,3 milioni (il 25,7% del totale) i giovani che non sono inseriti in un percorso scolastico o formativo e non sono impegnati in un'attività lavorativa. L'incidenza più elevata si registra nella componente femminile (27,1%) e tra i giovani del Mezzogiorno (in Sicilia e in Calabria sfiora il 40%), ma complessivamente nel 2014 la quota era superiore, al 26,5%.

Dal 2009, il primo anno in cui la percentuale si è attestata oltre il 20%, la crescita dei giovani che non lavorano e non studiano è risultata costante in Italia, in particolare si evidenziò un balzo di circa due punti tra il 2012 e il 2013. Nel 2014 l'Italia si confermava al penultimo posto nella graduatoria dei 28 paesi europei, alle spalle della Grecia. Dopo di noi Bulgaria, Croazia e Spagna.

Dall'indagine Isfol emerge che il numero dei giovani registrati al 31 marzo 2016 (depurato delle cancellazioni per mancanza di requisiti o ripensamenti) è superiore alle 982 mila unità, per un tasso di copertura del 57%. Su 194.118 giovani che a fine marzo hanno concluso il percorso proposto all'interno del programma, 73.289 risultano occupati (il 37,8%).

Quello dei giovani inattivi è un problema molto sentito, non solo in Italia. L'Eurofound (la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro) ha stimato per l'Ue un costo di oltre 150 miliardi di euro derivante dai giovani inattivi tra i 15 e i 29 anni. Una perdita pari a circa l'1,2% del Pil europeo.