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Elezioni Israele: Likud primo partito, ma Netanyahu non ha la maggioranza

Il premier: "E' stata una vittoria gigantesca". Ma secondo i dati di Canale 12, nemmeno alleandosi con Yamina di Naftali Bennett riuscirebbe ad avere il controllo della Knesset

Israele di nuovo senza una maggioranza chiara nelle quarte elezioni in due anni. Secondo i primi exit poll, il Likud di Benyamin Netanyahu resta il primo partito con 33 seggi, ma non sfonda. Al secondo posto il centrista Yair Lapid con 16 seggi. Il fronte eterogeneo anti-Netanyahu - secondo i dati di Canale 13 - raggiunge sulla carta i 59 seggi (due in meno dei 61 necessari per la maggioranza alla Knesset) mentre il blocco del premier si ferma a 54.

"E' stata una vittoria gigantesca per la destra e per il Likud", è il primo commento del premier Benyamin Netanyahu. "E' chiaro - ha aggiunto - che una netta maggioranza dei cittadini di Israele è di destra e vuole un governo di destra. E questo è quello che faremo. Ai cittadini di Israele - ha concluso - dico grazie, mi avete un dato un grande successo". 

Secondo i primi gli scenari, Netanyahu potrebbe raggiungere la maggioranza alla Knesset soltanto con i seggi di Yamina dell'outsider di destra Naftali Bennett. Ma per Canale 12, che assegna al Likud 31 seggi, anche alleandosi con l'ultradestra il premier non riuscirebbe a ottenere la maggioranza di 61 seggi. "Farò solo ciò che è bene per lo Stato di Israele", ha dichiarato Bennett.

Il voto è stato contraddistinto dalla più bassa affluenza dal 2009: alle 20 era quasi il 5% in meno dello scorso anno. E sembra riguardare soprattutto il settore degli arabo-israeliani: pare abbia registrato un circa 10% in meno. Per questo tutti i partiti - soprattutto quelli minori, sia a destra sia a sinistra, preoccupati di non oltrepassare la soglia di sbarramento del 3,25% - hanno esortato incessantemente la gente andare a votare.

Ma anche nei seggi destinati ai malati di Covid e alle persone in quarantena - nonostante il grande dispendio di energie e di mezzi messi in campo dallo Stato in quelle che sono state le elezioni più costose della storia di Israele - non è andata bene, come hanno riferito i media. A metà pomeriggio, i dati segnalavano che solo 1.200 malati su 6.700 avevano votato. 

Covid, prove di normalità in Israele: bar e ristoranti aperti grazie a vaccinazione

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Con il vaccino la "guerra" contro la pandemia si può vincere davvero. Lo dimostrano queste immagini che arrivano da Israele nel giorno in cui gran parte delle attività economiche, inclusi ristoranti, caffè, scuole (in alcune aree a basso tasso di infezione), eventi culturali, attrazioni turistiche, hanno ripreso a funzionare. Grazie, soprattutto, ad una massiccia vaccinazione condotta a tempo di record. "Ne stiamo uscendo", ha annunciato con comprensibile soddisfazione il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Quasi 5 milioni di persone hanno ricevuto la prima dose, 3 milioni e 800mila anche il richiamo: oltre il 40% della popolazione è "protetta" dal Covid. E i risultati si vedono: il tasso di positività è crollato al 4,3% rispetto al 10% di gennaio.

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