"Mio figlio è stato ucciso dai terroristi. E' stato usato da loro, ha imparato da loro. 50 persone hanno perso la vita per il terrorismo". A parlare è Seddique Mateen, padre di Omar, l'autore della strage di Orlando. "Non voglio torturarmi sui segnali che posso non aver visto - ha aggiunto -. Io ho fatto del mio meglio". Intanto spunta una telefonata dello stesso killer a un'emittente locale nella notte della strage: "Sono stato io, l'ho fatto per l'Isis".
A raccontare della conversazione è uno speaker dell'emittente, Gentili: "Non scorderò mai le sue parole", ha detto prima di aggiungere: "Ha iniziato a parlare in arabo. Parlava velocemente. L'ho interrotto per chiedergli di parlare inglese. Ha detto l'ho fatto per l'Isis".
L'Fbi ha interrogato Gentili senza confermare che la telefonata fosse stata fatta propria da Omar Mateen. Ma l'emittente ha incrociato i dati e il numero di telefono da cui è stata ricevuta la telefonata coincide con quello di Omar.
La moglie del killer tentò di dissuaderlo - Un responsabile delle indagini sul massacro del "Pulse" ha rivelato che Nora Salman, la moglie del Omar Mateen, tentò sabato di dissuadere il marito dai suoi intenti omicidi, prima che l'uomo si mettesse in viaggio per Orlando. La coppia "sorvegliò il locale tra il 5 e il 9 giugno", pochi giorni prima del massacro. Secondo Fox e Cnn, la donna accompagnò Mateen anche a comprare il fucile semiautomatico AR-15 con il quale l'uomo ha compiuto la strage.