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Donnavventura tra i coralli delle Maldive

Un piccolo atollo ospita una realtà di grande eccellenza scientifica tutta italiana 

Le Maldive sono conosciute principalmente per i loro paesaggi da cartolina e le loro acque cristalline invidiate da tutto il mondo, ma sono molto di più. Proprio qui, nella piccola isola di Magoodhoo, si trova una realtà di grande spessore culturale e tecnologico che, soprattutto, porta lo stemma tricolore.

Nasce da un’idea dell’Università degli Studi di Milano Bicocca che ha aperto, grazie ad una partnership con il Governo maldiviano, il MaRHE - The Marine Research and High Education Center, un centro ad altissima tecnologia immerso nell’Oceano Indiano.  Inaugurato nel 2009, ad oggi è in collaborazione con il Ministero della pesca maldiviano, al fine di coniugare tecnologia, sviluppo e sostenibilità, temi indispensabili per la protezione dell’ambiente naturale e la valorizzazione delle risorse umane.

Donnavventura: i ricercatori italiani al lavoro tra i coralli delle Maldive

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L'isoletta di Magoodhoo ospita un importante centro di ricerca per lo studio e la salvaguardia della barriera corallina

L’obiettivo è di lottare per la difesa dall’inquinamento degli oceani tramite l’avvio di un vero e proprio censimento di tutte le tecniche utilizzate per il restauro dei fondali marini, al fine di individuare quelle più efficaci per garantire la sopravvivenza di questi fragili ecosistemi, e di mettere a punto le linee guida per la loro applicazione e il loro monitoraggio.

Un chiaro esempio di questo nobile progetto è il programma del Coral Reef Restauration, che mira a ripristinare la barriera corallina con l’innesto di nuovi coralli. 

Questo biosistema, complesso e delicato, è purtroppo soggetto ad attacchi continui di molteplici fattori, che ne determinano l’incessante declino. Questa tecnica di recupero attivo prevede l’allevamento di colonie di corallo in delle nurseries galleggianti, per poi essere trapiantate tramite un amalgama di cemento, direttamente sul reef. Questi innesti prolifereranno e si estenderanno naturalmente sulla scogliera spoglia, ridandole vita.  
Altro metodo dai riscontri positivi è quello del recupero di frammenti di polpi, l’insieme di migliaia di piccoli organismi che definiscono il corallo.
Dopo il ritrovamento, questi residui vengono posti su delle corde stesse da un capo all’altro su una struttura subacquea che prende il nome di vivaio.

Sull’isola di Magooghoo arrivano ricercatori e studenti da ogni parte dell’emisfero per mettersi al servizio della natura creando un autentico polo formativo, in cui convivono culture, religioni e usanze diverse che non solo lavorano all’unisono, ma si arricchiscono l’un l’altro.
Si respira un clima disteso e rilassato, in cui la popolazione locale, circa 800 persone, si integra al meglio con gli scienziati internazionali, che collaborano per rispettare l’ambiente che gentilmente li ospita.

La barriera corallina è una creatura vivente che ospita una grande varietà di animali e alghe, non solo pesci ma anche spugne, anemoni, vermi, crostacei e molluschi.E’ un variopinto mondo nascosto nel profondo blu del mare che va tutelato e protetto nella sua fragilità.

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