Ci sarebbe una sorta di ricatto dietro la decisione dell'Onu di cancellare l'Arabia Saudita dalla lista nera dei Paesi che violano i diritti dei bambini nel conflitto in Yemen. A rivelarlo è il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, secondo cui Riyad ha minacciato di tagliare i fondi all'organizzazione. "E' stata una decisione dolorosa - ha detto Ban -. Ma milioni di altri bambini avrebbero sofferto molto con il taglio dei fondi".
E' quindi il timore di dover rinunciare a quei fondi ad aver convinto il Palazzo di Vetro ad accogliere, tra le perplessità di molti attori, la richiesta saudita di uscire dalla black list.
La replica: "Parole scandalose" - Le parole di Ban rischiano ora di innescare una vera e propria guerra diplomatica. Come si può intuire dalla reazione dell'Arabia stessa: "Parole scandalose", ha detto Abdallah Al Mouallimi, ambasciatore saudita all'Onu.
La decisione non è definitiva - La questione, comunque, è tutt'altro che chiusa. Anche perché l'Onu, per voce di Stephane Dujarric, ha fin da subito chiarito che l'esclusione dalla black list non è definitiva: "Nazioni unite e Riyad hanno intenzione di rivedere congiuntamente il contenuto del rapporto" che accusa la coalizione di essere responsabile del 60% delle morti di 785 bambini e dei ferimenti di 1.168 piccoli in Yemen.
"In attesa delle conclusioni di questa revisione congiunta, il segretario generale dell'Onu ritira la coalziione dalla lista annessa al suo rapporto", ha precisato il portavoce.