"Vincenzo non è un pazzo, voglio la verità e sapere cosa è successo quella notte". E' quanto chiede in un'intervista a Repubblica Concetta Raccuia, mamma di Sara Di Pietrantonio, la ragazza uccisa e poi bruciata dal suo ex. Secondo la donna ci sono segnali nella vita della figlia che fanno capire come la decisione presa da Paduano non sia stata originata da un raptus o dal tentativo di distruggere le prove quanto uno sfregio.
"Sara, quest'anno, rappresentava in un saggio di ballo la regina del fuoco. E poi la sua canzone preferita è quella di Ligabue dal ritornello 'Ti brucerai piccola stella senza cielo'". Due episodi secondo Concetta che fanno capire come il fuoco fosse stato un elemento cardine nella vita di Sara. E il suo ex li conosceva bene entrambi. "Per il balletto Vincenzo era molto infastidito, perché Sara si sarebbe esibita con due ragazzi molto belli. Per il ritornello della canzone, invece, Sara aveva chiesto a Vincenzo di scriverglielo sul muro della camera". La mamma di Sara è convinta che dietro alla decisione di bruciare la figlia ci sia uno sfregio nei confronti della ragazza.
Nel frattempo Vincenzo Paduano non dice cosa è successo quella notte. Ai magistrati racconta di avere in testa due, tre versioni e di non sapere esattamente qual è quella corretta. "Parla", però, il corpo di Sara. L'autopsia ha confermato che è stata strangolata e poi bruciata. "Si assuma fino in fondo le sue responsabilità", dice ancora la signora Raccuia, "questo suo non ricordare, confondere le idee... La sua non è una confessione, lo hanno incastrato gli investigatori". "Vincenzo è un ragazzo intelligentissimo, non è una persona malata. Non stiamo parlando di un povero psicopatico", dice la donna forse per anticipare qualche mossa difensiva di Paduano che potrebbe nascondersi dietro una presunta infermità mentale.
I tre episodi che l'hanno insospettita - Ci sono poi tre episodi che Concetta Raccuia racconta. "Lo scorso 28 aprile quando Sara non c'era si è presentato a casa con una bella pianta per me e una rosa rossa per mia figlia. Mi ha ringraziato dicendomi che la loro storia era giunta al termine. Anche il 28 maggio (poche ore dopo l'avrebbe uccisa, ndr) quando è venuto a casa per parlare con Sara è andato via senza salutarmi con la testa china, bofonchiando qualcosa. Lui di solito era sempre educato, un lord. E poi ancora l'anno scorso, quando Sara aveva deciso di lasciarlo (poi si erano rimessi insieme, ndr). Vincenzo mi aveva chiesto un aiuto per tentare di riconquistare mia figlia, voleva un consiglio. Io gli ho detto sono la mamma di Sara, non poteva chiedere a me certe cose".
E infine l'appello, proprio al killer di sua figlia: "Io voglio la verità, Vincenzo. Racconta come è andata quell' ultima mezz'ora, minuto per minuto. Questo mi solleverebbe un po' da questo brutto macigno che mi porto dentro".