Centro America

Donnavventura in Belize, la Isla Bonita

Alla scoperta della grande voragine blu nel Mar dei Caraibi, tra acque cristalline e pesci tropicali

Il Belize è uno dei paesi meno conosciuti del Centro America, non molti sanno collocarlo geograficamente in maniera precisa, o saprebbero indicarne la capitale o altro elemento distintivo; ma se si canticchia la Isla Bonita, celebre canzone di Madonna, immediatamente ci si sente catapultati su una selvaggia isola caraibica, dalla temperatura torrida, mitigata dalla brezza marina... ecco, la leggendaria Isla Bonita è in Belize! Già questo dovrebbe bastare a solleticare la curiosità rispetto ad un Paese che, seppur piccolo, ha molto da offrire. Colpisce per l’eterogeneità della sua popolazione, per la ricchezza delle sue foreste che custodiscono una straordinaria biodiversità, non meno rimarchevole di quella che popola le acque della regione costiera, un sistema naturale eccezionale che comprende la più grande barriera corallina dell’emisfero settentrionale.

Dal 1970 la capitale del Paese è Belmopan, nell’entroterra, mentre prima lo era Belize City che venne rasa al suolo dall’uragano Hattie nel 1961. Ricostruita Belize City resta comunque la città più importante e di gran lunga la più popolata del Paese, è affacciata sul Mar dei Caraibi e, oltre ad essere il porto principale, è anche un ottimo punto di partenza per andare a scoprire le isole settentrionali e i moltissimi cayes, piccoli e poco conosciuti, come Geoff’s caye, St. George Caye, Sapodilla Caye. Ed è qui che si trova anche la già citata Isla Bonita, ovvero: Ambergris Caye. È su quest’isola dalla forma allungata, che corre parallelamente alla costa, che si trova San Pedro, una cittadina che conta poco più di 10.000 abitanti, caratterizzata da casette dai colori vivaci in stile caraibico e da un’atmosfera rilassata e vacanziera, che l’ha resa una meta molto amata dai belizeani stessi. Oggi forse ha perso un po’ di quel fascino languido e selvaggio che aveva stregato Madonna, ma rimane il suo invidiabile clima a cui si è aggiunta una vocazione godereccia che è diventata il tratto distintivo dell’isola.

Poco distante si trova Caye Caulker, un’altra meta molto gettonata per la sua sabbia bianca e le palme mosse dal vento. Anche da qui, come da Ambergris Caye, si può comodamente uscire in barca per andare alla scoperta della Belize Barrier Reef, 300 chilometri di barriera corallina che nel 1996 è stata inserita dall’UNESCO nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità. E’ uno dei luoghi con la più alta biodiversità marina nell’Oceano Atlantico, vi abitano migliaia di specie di piante e animali, tra cui squali, squali balena, delfini, lamantini, tartarughe, mante e un’infinità di pesci dai colorati; Charles Darwin la definì la più rimarchevole barriera delle Indie Occidentali. Tra gli elementi che fanno parte della Belize Barrier Reef c’è anche il cosiddetto Great Blue Hole, una grande dolina carsica subacquea che fa parte dell’atollo di Lighthouse Reef, a circa 60 km da Belize City. Visto dall’alto appare come un cerchio quasi perfetto dal colore blu intenso, che spicca in maniera nettissima, dal turchese del mare circostante. Ha un diametro di circa 300 metri e una profondità che supera i 120 metri. Si formò come grotta calcarea circa 150.000 anni fa e con la fine dell’ultima era glaciale ed il conseguente innalzamento del livello del mare, la grotta si allagò e il tetto collassò verso il basso, dando forma ad una valle di crollo sommersa.

Fu scoperto nel 1971 dal grande esploratore Jacques-Yves Cousteau che lo elesse come uno dei luoghi più interessanti al mondo per fare immersioni e a distanza di tanti anni continua ad esercitare il suo grande fascino sugli appassionati di subacquea che provengono da ogni parte del mondo per vivere l’emozione di immergersi seguendo lo strapiombo delle sue pareti, ricche di stalattiti lunghe fino a 12 metri che creano un ambiente davvero suggestivo e spettacolare, nel quale non è raro avvistare branchi di squali, tartarughe marine, mante, cernie giganti, banchi di pesci spugne e coralli multicolore.

Se da Belize City ci si spinge verso sud si raggiunge Placencia, una cittadina molto gradevole, che negli ultimi anni si è sviluppata anche come meta turistica, attirando sempre di più una clientela anglofona, soprattutto americana, piuttosto esigente, per la quale si stanno moltiplicando abitazioni e strutture ricettive di un certo livello. Al largo della costa si trovano isolotti caraibici con sabbia bianca e qualche palma, come per esempio la minuscola Silk Caye, circondata da un’acqua dall’incredibile color turchese. Anche in questa zona la Belize Barrier Reef regala incontri emozionanti, si può nuotare affiancando innocui squali nutrice, che pattugliano i bassi fondali e ammirare da vicino il sinuoso volteggiare di una razza. Anche le tartarughe embricate sono frequentatrici abituali delle acque poco profonde, poiché abbondano di spugne e di alghe di cui si nutrono, senza contare i tanti pesci colorati, tra cui i pesci pappagallo, colorati e simpatici, sempre pronti a rifugiarsi nel loro anemone appena ci si avvicina troppo.