Sud, Draghi: "Spendere bene i fondi europei, donne e giovani centrali"
Il presidente del Consiglio è intervenuto a "SUD - Progetti per ripartire", l'iniziativa promossa dal ministro Carfagna
Per il governo di Mario Draghi un obiettivo è "divenire capaci di spendere i fondi" europei a partire da quelli di Next generation Eu "e farlo bene". Intervenendo a "SUD - Progetti per ripartire", l'iniziativa di ascolto e confronto promossa dal ministro Carfagna, il premier ha spiegato di voler "fermare l'allargamento del divario e dirigere questi fondi in particolare su donne e giovani".
Distacco Nord-Sud grandemente peggiorato "La situazione è complessa: dagli inizi degli anni '70 a oggi - ha sottolineato il premier - il distacco tra Nord e Sud è grandemente peggiorato, il prodotto per persona nel Meridione è passato dal 65% del Centro Nord al 55%. Non solo. Negli ultimi anni, c'è stato un forte calo negli investimenti pubblici, che ha colpito l'area ovviamente insieme al resto del Paese. Tra il 2008 e il 2018, la spesa pubblica per investimenti nel Mezzogiorno si è infatti più che dimezzata ed è passata da 21 a poco più di 10 miliardi".
Fondi Ue non siano sprecati L'occasione di un'inversione di tendenza può essere rappresentata dal Next Generation EU, che prevede per l'Italia 209 miliardi tra prestiti e fondi da spendere entro il 2026. "Rafforzare la coesione territoriale in Europa e favorire la transizione digitale ed ecologica sono alcuni tra i suoi obiettivi", ha ricordato Draghi evidenziando come "per la prima volta da tempo, abbiamo l'occasione di aumentare la spesa in infrastrutture fisiche e digitali, nelle fonti di energia sostenibili". Le risorse di Next Generation EU "si aggiungono ad ulteriori programmi europei e ai fondi per la coesione, che mettono a disposizione altri 96 miliardi per il Sud nei prossimi anni". Sembra la volta, buona, ma c'è un ma: "abbiamo imparato che tante risorse non portano necessariamente alla ripartenza del Mezzogiorno". Due i problemi evidenziati, "uno nell'utilizzo dei fondi europei, l'altro nella capacità di completamento delle opere pubbliche. A fronte di 47,3 miliardi di euro programmati nel Fondo per lo Sviluppo e la Coesione dal 2014 al 2020, alla fine dello scorso anno erano stati spesi poco più di 3 miliardi - il 6,7%. Nel 2017, in Italia erano state avviate ma non completate 647 opere pubbliche. In oltre due terzi dei casi, non si era nemmeno arrivati alla metà. Il 70% di queste opere non completate era localizzato al Sud, per un valore di 2 miliardi". E dunque "divenire capaci di spendere questi fondi, e di farlo bene, è obiettivo primario di questo governo". Non solo: "Il nostro, il vostro successo in questo compito può essere anche un passo verso il recupero della fiducia nella legalità e nelle istituzioni, siano esse la scuola, la sanità o la giustizia. In questa sfida un ruolo cruciale è anche vostro, classi dirigenti. Ma un vero rilancio richiede la partecipazione attiva di tutti i cittadini".
Carfagna: "Servono una strategia e un percorso comune" Tutti, ha sottolineato la ministra Carfagna, "devono sentirsi parte di una strategia comune e di un percorso che abbiamo il dovere di tracciare" ma "con un invito ad essere concreti, pragmatici, efficaci. Non siamo qui per partecipare all'ennesimo dibattito sul Sud ma per avviare una grande impresa collettiva e dovremo essere all'altezza di questa grande responsabilità". Con questa campagna d'ascolto, ha spiegato, "ci siamo posti l'obiettivo di porre il Sud non non solo al centro del dibattito pubblico nel nostro Paese, ma al centro delle azioni operative di questo governo. E' la strada che vogliamo intraprendere, che abbiamo già iniziato a intraprendere".
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