L'ex pugile Muhammad Ali è morto nell'ospedale di Phoenix, in Arizona, dove era ricoverato da giovedì per un problema respiratorio. "Dopo aver lottato per 32 anni con il Parkinson, Muhammad si è spento a 74 anni", ha detto il portavoe della famiglia, Bob Gunnell. "La famiglia vuole ringraziare coloro che li hanno accompagnati con i loro pensieri, preghiere e sostegno". I funerali si svolgeranno in forma privata giovedì a Louisville, in Kentucky.
L'ultima apparizione pubblica ad aprile - L'ex campione del mondo dei pesi massimi e oro olimpico a Roma '60 era stato in ospedale diverse volte negli ultimi anni. L'ultima nel gennaio 2015, per una grave infezione alle vie urinarie, sebbene in un primo momento gli fosse stata diagnosticata una polmonite. Pochissime da anni le sue apparizioni pubbliche; nelle più recenti era apparso sempre più sofferente e fragile. Anche l'ultima volta, lo scorso 9 aprile, quando aveva voluto partecipare alla 'Celebrity Fight Night' a Phenix, in evidenti difficoltà fisiche, sorretto per tutto il tempo e con il viso nascosto dietro un paio di occhiali scuri.
La lunga lotta contro il Parkinson - Il morbo di Parkinson di cui soffriva fu palese al mondo per il tremore delle mani mentre accendeva la torcia olimpica nel 1996, ai Giochi di Atlanta. Eppure Muhammad Ali era rimasto attivo a lungo come figura pubblica. Nonostante la sofferenza soltanto negli ultimi anni si era del tutto ritirato a vita privata. Alcuni esperti sostengono che la malattia possa essere stata causata dai colpi presi sul ring nel corso della carriera. La sua traccia resta indelebile, non solo in quanto sportivo e campione, ma anche come una delle personalità più rilevanti e influenti del ventesimo secolo.
Simbolo nel mondo - Nato Cassius Marcellus Clay Jr., cambiò il suo nome in Muhammed Ali nel 1964, dopo essersi convertito all'Islam. Divenne un simbolo per il movimento di liberazione dei neri negli Stati Uniti durante gli anni '60, anche per aver sfidato il governo americano, opponendosi all'arruolamento nell'esercito per motivi religiosi. E' stato sposato quattro volte e ha nove figli.
Elogio funebre pronunciato da Bill Clinton - Sarà l'ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton a pronunciare l'elogio funebre durante il tributo pubblico in memoria di Muhammed Ali fissato per il prossimo venerdì a Louisville, in Kentucky. Lo ha riferito il portavoce della famiglia del campione scomparso. Il corpo di Muhammed Ali arriverà a Louisville nelle prossime 24-48 ore e nella città natale si terranno giovedì le esequie in forma strettamente privata con la partecipazione dei familiari. Mentre venedì sara' il giorno del tributo pubblico che prevede anche una processione funebre nella città.
Obama: "Ha cambiato il corso della storia" - Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha chiamato Yolanda Lonnie Williams, moglie di Ali, per porgere a lei e alla sua famiglia le più profonde condoglianze per la morte del campione. Lo rende noto la Casa Bianca, precisando che Obama ha sottolineato quanto lui e la first lady si ritengano fortunati per aver conosciuto Muhammad e notando come le incessanti manifestazioni di affetto espresse siano riconoscimento per la sua "vita straordinaria". Obama ha quindi rimarcato quanto sia speciale aver potuto vedere il "campione cambiare il corso della storia".