I videogiochi regalano spesso bellissime storie di vita che ci fanno riflettere sul loro enorme potenziale benefico e terapeutico, specie in questi tempi di pandemia. Purtroppo, però, esiste anche un rovescio della medaglia, in cui il mondo videoludico finisce per essere teatro di episodi a cui non avremmo mai voluto assistere. Come il recente caso di un adolescente, pugnalato a morte presumibilmente da un suo coetaneo dopo un’accanita discussione sui videogiochi nella cittadina di Enayetpur, in Bangladesh.
La vittima è stata identificata come Rakibul Islam, 16 anni, uno studente della scuola secondaria Hashimpur del villaggio. Stando alle testimonianze della gente del posto, la polizia ha svelato che il ragazzo avrebbe avuto un alterco con il suo amico Sohan mentre giocava ai videogiochi su un dispositivo mobile.
"In uno scatto d’ira, Sohan ha pugnalato Rakibul con un coltello, lasciandolo a terra ferito", ha affermato Tajul Islam, ufficiale in carica della stazione di polizia di Kotwali. Il ragazzo è stato portato immediatamente al General Hospital della vicina città di Jessore, dove però è stato dichiarato morto dai medici a causa di un'emorragia eccessiva.
Storie che non dovrebbero mai verificarsi in un mondo, come quello dei videogiochi, dove azioni concesse per divertimento diventano inammissibili nella vita reale.