Nessuna cerimonia ufficiale, nessun funerale. Proprio come Giorgio Albertazzi ha chiesto prima di morire. Gli amici più stretti, come racconta la moglie, saluteranno l'attore e regista scomparso ieri a 92 anni in Toscana, nella tenuta di famiglia alla Pescaia di Grosseto. Alle 17 si terrà infatti un saluto privato: "Non sarà un funerale, perché il maestro desiderava così, solo un saluto agli amici".
"Sto andando via, lo so benissimo. Lo so e lo sento, e non me lo nascondo", aveva risposto così Albertazzi nella sua ultima intervista, apparsa due settimane fa sul "Qn". "Ho il coraggio di dire che sto morendo. Perché, non è la verità? Non giriamoci intorno, dai. Che vuoi che sia. Io non ho paura e non è una cosa strana. Semplicemente la mia vita è alla fine. Sto su questa sedia, ho l'età e non ho forze. Non ho bisogno di medici che me lo dicano. Non ho bisogno di farmaci che mi illudano. La vita è fatta così. Inizia e poi finisce", ha proseguito.
"Non credo che di là ci sia il vuoto assoluto - si legge nell'intervista - Il bello della vita è anche la certezza di non sapere cosa c'è dall'altra parte. Nessuno è mai tornato dal quel posto, e se è tornato non è nei nostri sensi e non lo abbiamo capito. Mi capita di pensare spesso, ostinatamente a mia madre come una presenza benigna e affettuosa. A volte ho come l'impressione di avere dei segnali quando non me l'aspetto". Albertazzi sognava di mettere in scena Giulietta e Romeo "interpretato da due vecchi": lui e Valeria Valeri.