Continua a calare la fiducia delle famiglie, mentre è in rialzo quella delle imprese. Nel mese di maggio l'Istat registra per i consumatori una diminuzione dell'indice a 112,7 punti, rispetto ai 114,1 del mese precedente. E' il livello più basso da agosto 2015. Per le imprese, invece, l'indice Iesi aumenta a 103,4 da 102,7. Su questo andamento influiscono anche le diverse procedure di calcolo per l'indice aggregato e quelli settoriali.
I dati sui consumatori - Il clima di fiducia risulta in calo nella manifattura (a 102,1 da 102,7), nelle costruzioni (a 120,4 da 121,2), nei servizi di mercato (a 107,4 da 107,9) e nel commercio al dettaglio (a 100,9 da 101,9). Stando ai dati, i giudizi e le attese dei consumatori sulla situazione economica del Paese peggiorano così come le aspettative sulla disoccupazione, mentre aumenta il saldo relativo alle attese sui prezzi per i prossimi 12 mesi.
I dati sulle imprese - Guardando alle imprese, nel settore manifatturiero peggiorano i giudizi sugli ordini mentre le attese sulla produzione rimangono stabili. Nelle costruzioni migliorano i giudizi sugli ordini e piani di costruzione e peggiorano le attese sull'occupazione. Nell'ambito dei servizi migliorano le attese sugli ordini ma peggiorano i giudizi sugli ordini e le attese sull'andamento dell'economia. Nel commercio al dettaglio peggiorano le attese sulle vendite future, rimangono stabili invece i giudizi su quelle correnti e il saldo sulle scorte.
Federconsumatori: governo agisca concretamente per la ripresa - "Questo dato deve far riflettere molti, in primis il governo, che è ora chiamato ad agire concretamente per avviare una ripresa finora solo annunciata". Lo ha detto Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori, commentano i dati Istat sulla fiducia. "Si abbandoni il megafono - ha aggiunto - e si lavori per la realizzazione di un Piano Straordinario che, attraverso il rilancio dell'occupazione, sia in grado di dare nuovo impulso e nuove prospettive al nostro sistema economico". Secondo Ttrefiletti il potere d'acquisto delle famiglie non accenna a risalire e la domanda interna nel triennio 2012-2013-2014 ha segnato una contrazione del -10,7%, con una diminuzione complessiva della spesa delle famiglie di circa 78 miliardi. "Ci sarebbe da sorprendersi se la fiducia dei consumatori non fosse in calo", ha concluso.