"Insussistenza della gravità indiziaria". Così scrive il collegio del riesame di Firenze rispetto all'ordinanza del gip di Livorno che chiedeva la carcerazione per l'infermiera dell'ospedale di Piombino, Fausta Bonino, accusata della morte di 14 pazienti. Gli indizi non sono connotati "da gravità, precisione e concordanza".
In otto casi non certa somministrazione eparina - Per otto decessi, dei 13 di cui è indagata per omicidio l'infermiera di Piombino Fausta Bonino, "non vi sono riscontri ematochimici" che confermino che siano stati causati dalla somministrazione di eparina. Lo evidenzia in buona sostanza il tribunale del riesame nell'ordinanza di scarcerazione di Fausta Bonino.
Per altri quattro decessi, dove verosimilmente lo scoagulamento non compatibile con le patologie dei pazienti fu causa della morte, il riesame pone dubbi, differenziando fra i vari casi, sul momento di somministrazione dell'eparina e sul lasso temporale col momento del decesso. Nelle motivazioni i giudici del riesame "in mancanza di una relazione medico-legale (la perizia è in corso di esecuzione)" richiamano la necessità di chiarimenti con "riferimento al lasso temporale dell'effettuazione dell'eparina, agli effetti dell'eparina, ai tempi di reazione, alle variabili dipendenti dalle condizioni di salute, dall'eta', da eventuali patologie in atto, elemento che costituisce a parere del collegio il punto nodale".
Eparina somministrata in quattro casi - "L'ipotesi investigativa seguita dal Nas e fatta propria dalla procura era la somministrazione volontaria dell'eparina può ritenersi assodata se non altro quanto ai decessi" di quattro pazienti, "richiamandosi in merito gli esiti delle analisi e le valutazioni di carattere medico". Dicono i giudici del Riesame, ma saranno necessari ulteriori esami per capire se siano stati causa della morte dei pazienti.