Come abbiamo avuto modo di ribadire più volte, nei vari appuntamenti di questa rubrica, Sony non ha mai saputo (o voluto, chi può dirlo) creare una vera, unica mascotte alla quale affidare la faccia – virtuale – pubblica della compagnia. Non c’è un vero Mario, un vero Sonic, ma piuttosto una varietà di personaggi che con il proprio successo sono riuscite a ritagliarsi un posto tra le icone PlayStation. Una di queste, nata ufficialmente nel 1997, è Abe, l’eroe Mudokon che debuttò quell’anno con Oddworld: Abe’s Oddysee.
La storia di Abe può essere vista su vari livelli. Quello che molti hanno colto con le prime partite, da piccoli, è stato l’aspetto più ironico e scanzonato, fatto di risate, lavoratori Mudokon su di giri e peti volanti esplosivi. Ma basta scavare un poco per capire che dietro quelle risate ci sono riferimenti e messaggi che hanno ben poco di comico.
Una delle fonti di ispirazione per Abe – e, di riflesso, per il suo popolo – sono stati i minatori di diamanti in Sud Africa, come esempio principe per il davvero troppo numeroso gruppo di popolazioni indigene private della propria terra, cultura e storia da degli invasori in cerca di profitto. Per questo Abe non è un personaggio forte. È scaltro, dotato di molte risorse, ma deve sempre nascondersi agli occhi dei suoi padroni (e dei loro fucili).
Stando al designer che gli ha dato vita, Lorne Lanning, Abe vuole inizialmente ottenere maggiori diritti per i lavoratori Mudokon – una sorta di sindacalista dal cuore particolarmente puro. Il suo senso del dovere, nei confronti del suo popolo ridotto in schiavitù, è immenso. Il cuore di ogni storia della serie è il lato oscuro della globalizzazione: è facile allora intravedere il parallelo tra i mattatoi Ernia e i peggiori esempi nell’industria alimentare, per esempio.
C’è poi un altro strato, nella caratterizzazione del personaggio di Abe: la religione. Il suo rapporto con gli spiriti e le divinità Mudokon è ciò che lo rende in grado di manifestare dei poteri straordinari. Non è un caso se il suo nome, stando a Lanning, deriva dall’Abramo del vecchio testamento: come lui, Abe è un personaggio in cerca della propria identità, a cui era stato insegnato a credere a cose che si sono rivelate sbagliate e, pertanto, deve capire in cosa vale la pena credere.
Una macabra particolarità di Abe’s Oddyssey e il suo seguito/spin-off Abe’s Exoddus (1998) sta nei molteplici finali. Se il numero di Mudokon liberati durante l’avventura non viene ritenuto sufficiente, allora il popolo di Abe mostrerà ben poca riconoscenza verso l’eroe… arrivando a togliergli la vita in modo truce. In Exoddus, addirittura, se ci si impegna per far morire (quasi) ogni singolo Mudokon, Abe riceverà un messaggio di ringraziamento “per l’eccellente lavoro svolto” dai suoi vecchi capi, i Glukkon – e il gioco ripartirà da circa metà, ma il protagonista sarà pressoché invulnerabile! Peccato che, una volta arrivati una seconda volta al finale, sarà per forza quello negativo.
I due capitoli di cui sopra sono arrivati, in seguito, su Game Boy e Game Boy Color e, a distanza di qualche anno, hanno ricevuto anche dei remake: Oddworld: New’n’Tasty (2014) e l’ormai prossimo Oddworld: Soulstorm (che dovrebbe espandere l’esperienza di gioco di Exoddus). Abe è presente anche in Oddworld: Munch’s Oddyssey (2001), ma non in Oddworld: Stranger’s Wrath (2005). Poche anche le apparizioni fuori dalla sua saga, per il piccolo eroe Mudokon: compare infatti nel video musicale di Get Freaky della band tedesca Music Intructor, oltre che nel video della canzone Use Your Imagination di E-Pac, pubblicato nel 2002.