SPARI CONTRO L'AUTO

Messina, agguato contro il presidente del parco dei Nebrodi: salvo

Antoci: "Esperienza bruttissima, toccati interessi enormi di Cosa nostra". Intimidazioni a lui e al governatore siciliano, che denuncia: "Carne di animali malati messa sul mercato"

E' stato vittima di un agguato in piena regola, ma si è salvato grazie alla sua scorta. Il protagonista di questa brutta storia è Giuseppe Antoci, presidente del parco dei Nebrodi (Messina), aggredito in piena notte, mentre era sulla sua auto. Due banditi hanno esploso colpi d'arma da fuoco contro di lui, già da tempo sotto tutela per le intimidazione subite. Crocetta dopo l'aggressione: "La mafia ha alzato il tiro, serve l'esercito".

Antoci cerca infatti, da quando è a capo del parco, di sottrarre alla criminalità organizzata vaste aree utilizzate abusivamente per il pascolo.

L'agguato - Due persone hanno sparato contro l'auto blindata che percorreva la strada da Cesarò a San Fratello e che è stata costretta a una brusca frenata a causa di massi posizionati sulla carreggiata. Il presidente è stato protetto da un uomo della scorta che con il suo corpo gli ha fatto da scudo, mentre dietro la blindata si trovava un'altra auto con a bordo il dirigente del commissariato di Sant'Agata di Militello Daniele Manganaro, che ha risposto al fuoco mettendo in fuga i banditi.

Crocetta: "La mafia ha alzato il tiro, serve l'esercito" - "Con l'agguato ad Antoci la mafia ha alzato il tiro, lo Stato deve reagire in modo adeguato - ha detto il governatore della Sicilia Rosario Crocetta -. Propongo l'invio dell'esercito nei comuni del Parco dei Nebrodi e perquisizioni a tappeto nelle campagne come ai tempi del sequestro Moro e dei Vespri siciliani". Crocetta è stato tra i primi a recarsi a casa di Antoci per manifestargli la sua solidarietà dopo l'agguato, per puntare il dito contro la mafia dei pascoli. Il governatore ha anche reso nota una lettera di minacce che risale al dicembre 2014, intestata al presidente del Parco dei Nebrodi: "Finirai scannato tu e Crocetta", si legge nella missiva spedita da Catania, come dimostra il bollo postale.

"Business dei pascoli e della carne malata immessa nel mercato" - Per il governatore siciliano, oltre alla gestione, in concessione, dei terreni pubblici destinati ai pascoli, "ci sarebbe anche il giro della carne di animali malati, già immessa sul mercato, tra quella macellata in maniera clandestina nell'area del Messinese dalle famiglie mafiose che gestiscono il business illegale". Crocetta ha svelato l'apertura di un'inchiesta della magistratura, tirando in ballo anche alcuni veterinari del sistema regionale, definiti "compiacenti", dal presidente.

Antoci: "Esperienza bruttissima, ma io vado avanti" - "Il mio grazie va alla polizia di Stato per avermi salvato la vita. E' stata un'esperienza bruttissima, ma vado avanti. Sono preoccupato ma sereno", ha detto Antoci, accompagnato per precauzione all'ospedale di San Fratello e subito dimesso. Nel conflitto a fuoco nessuno è rimasto ferito. E dopo l'agguato la scorta per il presidente del parco è stata rafforzata, in seguito a un Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica convocato in via straordinaria. L'indagine della polizia sul caso è coordinata dalla Dda di Messina. Numerosi gli attestati di solidarietà giunti ad Antoci dal mondo politico e dall'associazionismo.

"Toccati interessi enormi di Cosa nostra" - "Questa esperienza traumatica mi ha dato la conferma che quello che abbiamo toccato sono interessi enormi. Cosa nostra si finanziava con i fondi europei, dopo che li abbiamo messi in difficoltà ha reagito", ha proseguito Antoci. "Siamo certi - ha aggiunto - che questo attentato viene dalle persone alle quali abbiamo fatto perdere un affare milionario".

"Svegliato in auto da colpi di arma da fuoco" - "Dormivo e mi sono svegliato quando l'auto ha rallentato perché c'erano pietre in strada. Subito dopo ho sentito gli spari contro la macchina", ha poi raccontato il presidente ricordando l'agguato. "Poi ho sentito arrivare un'auto: era quella del vicequestore Manganaro, partito da Cesarò 5 minuti dopo di noi. Insieme all'uomo che era con lui ha risposto al fuoco, e così ha fatto la mia scorta".