PER PROCESSO INIQUO E MALTRATTAMENTI

Meredith, Italia sotto accusa: Strasburgo accoglie ricorso Amanda

La giovane, prosciolta in Cassazione dall'accusa di omicidio, sostiene di aver subito un processo iniquo e di essere stata maltrattata durante l'interrogatorio

La Corte europea dei diritti umani ha accolto in via preliminare il ricorso contro l'Italia presentato da Amanda Knox, la 28enne prosciolta in Cassazione dall'accusa di aver partecipato all'uccisione di Meredith Kercher, avvenuta nel 2007 a Perugia. La giovane sostiene di aver subito un processo iniquo e di essere stata maltrattata durante l'interrogatorio. Strasburgo ha quindi comunicato il ricorso al governo italiano affinché possa difendersi.

Nel ricorso presentato alla Corte di Strasburgo il 24 novembre 2013 Amanda Knox, rappresentata dall'avvocato Carlo Dalla Vedova, elenca i motivi per cui lo Stato italiano non le avrebbe assicurato un processo equo nel procedimento che ha poi portato alla sua condanna a tre anni di reclusione per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, il giovane finito in carcere nella prima fase delle indagini sull' uccisione di Meredith Kercher.

Sollecito: "E' ora di aprire gli occhi su quanto è accaduto" - Raffaele Sollecito esprime la sua solidarietà ad Amanda commentando con favore la decisione della Corte europea. "E' ora che la gente cominci ad aprire gli occhi su questa vicenda", dice. "Amanda è stata sentita per 15 ore senza avvocato e con un'interprete non ufficiale. Ci sono stati abusi mai rilevati mediaticamente e meno male che ci sono giudici che danno la giusta importanza a quanto è successo". Raffaele ha poi ricordato "gli otto anni di processi subiti da due ragazzi innocenti" dicendo che "a livello mediatico è passata la nostra demonizzazione. La descrizione di due persone che non sono mai esistite nella realtà e sono del tutto estranee alla morte di quella povera ragazza. Per questo non mi stancherò mai di denunciare quanto successo".

Amanda parla di "informazioni carenti e maltrattamenti durante gli interrogatori"Knox afferma che il suo diritto a un equo processo è stato violato perché "non è stata informata in tempi brevi in una lingua a lei comprensibile della natura e dei motivi dell'accusa formulata a suo carico". Inoltre afferma di non essere stata assistita da un legale durante gli interrogatori del 6 novembre 2007.

Infine ribadisce di non essere stata assistita da un interprete professionale e indipendente nel corso degli interrogatori e che l'agente di polizia che l'ha assistita durante gli interrogatori del 6 novembre 2007 ha fatto le funzioni di mediatore "suggerendo così delle ipotesi su come si erano svolti i fatti".

Amanda Knox invoca inoltre la violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani affermando che "gli scappellotti" che ha ricevuto alla testa hanno costituito un trattamento inumano e degradante. Ora il governo italiano dovrà fornire alla Corte le prove per discolparsi dalle accuse di Knox. Ma la Corte chiede anche che la ragazza dimostri di aver fatto già ricorso ai tribunali italiani per le violazioni che afferma di aver subito.