E' approdato in Italia il "Drones World Tour" dei Muse. Il gruppo di Matt Bellamy è protagonista di sei date al Forum di Assago, fino al 21 maggio. Uno spettacolo che è molto più di un concerto: droni che volano sul pubblico, un palco rotante che mette la band al centro del pubblico e schermi giganti che appaiono e scompaiono. Quasi due ore di show tra i brani dell'ultimo album e i successi storici del gruppo.
Negli Stati Uniti lo hanno definito “lo show indoor dell’anno”. Ed è difficile confutare questa definizione: il "Drones World Tour" coinvolge il pubblico a 360°, esattamente come la band si mette in vista senza barriere, con un palco centrale completato da due braccia su cui corrono avanti e indietro Bellamy e Chris Wolstenholme. Da anni i Muse stanno facendo una corsa per diventare la rock band numero uno del mondo, raccogliendo l'eredità degli U2. E la magniloquenza degli spettacoli dal vivo ne è la dimostrazione. Partito dall'indie e diventato fenomeno di massa, negli ultimi album il gruppo ha manifestato una tendenza sempre più accentuata verso l'eccesso (di arrangiamenti, produzione e persino citazionismi). Se sul piano discografico si viaggia sul filo del barocchismo eccessivo ("Mercy", eseguita nei bis ne è un esempio), dal vivo la stessa voglia di grandeur produce risultati di livello assoluto.
Il "Drones World Tour" abbatte la quinta classica del palco posizionando la band al centro del palazzetto, con una pedana che nel corso del concerto ruota in continuazione facendo del batterista Chris Howard il perno attorno al quale Bellamy e Chris Wolstenholme girano di continuo (e Howard perno lo è non solo visivamente, con un supporto ritmico solido e inventivo che è l'impalcatura su cui possono arrampicarsi Bellamy e il bassista con le loro costruzioni melodiche.) I consueti maxi schermi vengono sostituiti da veli impalpabili che scendono e scompaiono a seconda delle esigenze e sui quali scorrono le immagini. E poi ci sono i droni, protagonisti in almeno tre momenti dello show, svolazzanti sulle teste del pubblico, in maniera più affascinante che minacciosa, per quanto la tematica apocallitico-complottista scorra sotto la pelle di tutto lo show (in "The Handler" cantate e bassista diventano burattini manovrati da enormi mani proiettate).
L'impatto sensoriale è enorme, quasi tattile, nella potenza delle immagini e in quella sonora, con il gruppo che suona a volume altissimo e con un incrocio di effetti e distorsioni che, in alcuni momenti, unito alla non perfetta acustica del palazzetto, rende persino di difficile intellegibilità le parole cantate da Bellamy. Sul piano della scaletta i brani portanti di "Drones" costituiscono l'ossatura su cui vanno a inserirsi successi come "Plug In Baby", "Citizen Erased" "Starlight", "Supermassive Black Hole", "Time Is Running Out" (con qualche aggiunta e sottrazione di sera in sera). Il risultato è palpabile nell'entusiamo del pubblico per uno show dove, una volta tanto, a super produzione corrisponde anche una sostanza musicale tutt'altro che effimera. Si replica il 17, 18, 20 e 21 maggio.