LEGA E CATTOLICI CONTRARI ALLA LEGGE

Unioni civili, Salvini sulle barricate: "Sindaci disobbediscano"

Da Matteoli a Sacconi pronti a chiedere il referendum abrogativo sulla legge Cirinnà. Il M5S si è inaspettatamente astenuto al voto

Opposizioni sulle barricate dopo l'appovazione finale del ddl Cirinnà sulle unioni civili. Il mondo cattolico è in subbuglio e il centrodestra reagisce rabbiosamente, con il leader della Lega Matteo Salvini che, surriscaldando ulteriormente un clima già infuocato, invita all'obiezione di coscienza per i sindaci leghisti che così non applicherebbero la legge. "La fiducia sul testo rappresenta l'ennesimo abuso di Renzi", ha sottolineato Giorgia Meloni.

Salvini invita alla disobbedienza - "A me interessa che il Parlamento si occupi di altro. Hanno già perso troppo tempo sulle unioni gay, le adozioni gay e quant'altro. I sindaco della Lega applicano la legge finché la legge è ritenuta equa. E se la legge non è ritenuta tale, l'obiezione di coscienza è assolutamente una possibilità' in campo. Detto questo, i problemi di Roma sono ben altri che non le unioni civili: Roma è una città abbandonata, derubata e disastrata. Io conto che con Giorgia Meloni qualche passo in avanti si farà". Così Matteo Salvini risponde, a margine di una conferenza stampa tenuta con Marie Le Pen al Parlamento europeo, a chi chiede un commento sull'annuncio di Alfio Marchini, che se eletto sindaco non celebrerà matrimoni gay.

Meloni: "Governo arrogante" - "Porre la questione di fiducia su temi delicati come questo rappresenta l'ennesimo abuso di parte di un governo arrogante, che senza aver ricevuto alcun mandato popolare usa le istituzioni a suo piacimento". E' quanto scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia e candidato a sindaco di Roma, Giorgia Meloni, che ha votato "no" alla legge sulle unioni civili.

Sacconi: "Con l'ok al ddl a rischio il welfare italiano" - "L'approvazione della legge sulle unioni civili mette in discussione la sostenibilità di una parte rilevante del nostro welfare". Lo sostiene invece il presidente della Commissione lavoro del Senato Maurizio Sacconi, spiegando che "l'Italia spende ogni anno oltre 60 miliardi per il coniuge dei quali 40 e più miliardi per le pensioni superstiti e 20 per le altre prestazioni".

Matteoli: "Obiezione di coscienza legittima" - "E' innegabile il tentativo di veicolare attraverso la legge Cirinnà, sulla quale aspettiamo un parere anche della Corte Costituzionale, il pensiero unico non condiviso dalla maggioranza degli italiani rispetto al quale riconoscere il diritto all'obiezione di coscienza diventa un atto doveroso e una necessità di testimonianza libera e democratica". Lo afferma in una nota il senatore di Forza Italia Altero Matteoli. "Dopo il condivisibile annuncio di Alfio Marchini di non avere intenzione di celebrare nozze gay in caso di elezione al Campidoglio - aggiunge Matteoli - e l'intervento del sindaco di Pontremoli (Ms), Lucia Baracchini, che sollecita l'obiezione di coscienza per i primi cittadini, indignano le posizioni assunte dalla sinistra che confermano la sua atavica intolleranza verso i principi liberali garantiti dalla Costituzione".

Chi ha votato a favore - Nella seconda votazione ai sì della maggioranza si sono aggiunti quelli di Sinistra Italiana e di diversi deputati di Fi (Elena Centemero, Stefania Prestigiacomo, Laura Ravetto, ecc).

Chi ha votato contro - Al contrario alcuni deputati cattolici della maggioranza hanno votato contro (Paola Binetti e Alessandro Pagano di Ncd, Mario Sberna e Gianluigi Gigli di Ds) o non hanno partecipato al voto (Ernesto Preziosi del Pd).

Il Movimento 5 Stelle si è astenuto - I 5 stelle, dopo un duro intervento in Aula Alfonso Bonafede, si sono inaspettatamente astenuti. La legge sulle unioni civili è "un'occasione persa ma è meglio che ci sia: perciò non abbiamo votato contro", ha affermato Alessandro Di Battista.

La parola passa a Mattarella - La parola passa ora al presidente Mattarella, che già molti tirano per la giacca affinché rinvii il provvedimento alle Camere, mentre il centrodestra è pronto a raccogliere le firme per un referendum abrogativo.