"Non credo ci sia alcun problema che attiene alle valutazioni delle proprie opinioni. C'è una questione di opportunità, che compete ai magistrati valutare, rispetto a un impegno diretto nella campagna referendaria". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, dopo le polemiche dei giorni scorsi tra magistratura e maggioranza. Rispetto al "caso Morosini", Orlando ha precisato: "Riguarda le valutazioni su alcuni organi di rilievo costituzionale".
"Chiesto a Anm contributo per salto qualità" - "E' stato un incontro utile e positivo, abbiamo individuato i principali temi che tratteremo in successivi appuntamenti, abbiamo dato conto dell'attività svolta per migliorare l'efficienza e illustrato gli interventi in itinere a livello normativo", ha spiegato poi Orlando al termine dell'incontro con il presidente dell'Anm, Piercamillo Davigo, e con i componenti della giunta. "Abbiamo chiesto un contributo - ha aggiunto il ministro - per un salto di qualità per migliorare l'organizzazione degli uffici e tra i temi che abbiamo trattato, la durata dei processi, gli organici dei magistrati, il personale amministrativo, l'ordinamento giudiziario e il funzionamento del Csm".
Anm: "Non si è parlato di referendum" - "Non si è parlato né di referendum né di codice di autoregolamentazione". Lo ha detto il presidente dell'Anm Piercamillo Davigo, rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto se nell'incontro si fosse affrontato il tema del referendum sulle riforme costituzionali e della possibilità per i magistrati di esprimere opinioni in merito.
Caso Morosini, Orlando: mercoledì incontro con Legnini - "Le ragioni per cui ho ritenuto opportuno un confronto con il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, hanno tutto un altro profilo e riguardano le valutazioni espresse sul funzionamento di alcuni organi di rilevanza costituzionale" da parte del consigliere togato, Piergiorgio Morosini, nell'intervista al Foglio, ha spiegato il ministro della Giustizia sottolineando: "Domani incontrerò Legnini".
Davigo: "Per le toghe vale il codice etico dell'Anm" - "Abbiamo convenuto che sulla possibilità per i magistrati di manifestare il loro pensiero in relazione al referendum sulla riforma costituzionale valgono le regole del codice etico dell'associazione nazionale magistrati (Anm)". Lo ha precisato Piercamillo Davigo, presidente dell'Anm, dopo l'incontro con Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm. "Per quanto riguarda i suoi componenti - ha poi aggiunto - il Csm valuterà quali regole adottare".