Telescopi puntati per catturare il neo del Sole. La macchia nera si forma con il transito di Mercurio tra la Terra e l'astro, nel corso di una mini-eclissi che si ripete 10 anni dopo l'ultima. Tanti gli eventi nelle piazze italiane e sul Web per celebrare "il giorno di Mercurio", ma al Nord le nuvole rischiano di rovinare lo spettacolo. Il prossimo appuntamento è previsto per il 13 novembre 2032.
Il fenomeno è stato molto lento e suggestivo, dalle 13,12 alle 20,42 del 9 maggio; il culmine è stato alle 16.56 col pianeta alla minima distanza dalla Terra; la conclusione alle 20.40 col Sole sotto l'orizzonte.
Da Asiago a Catania, l'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) ha mobilitato i suoi osservatori in iniziative per le scuole e il pubblico, con telescopi puntati sul Sole e conferenze su Mercurio e la missione Bepi Colombo, destinata a studiare il pianeta da vicino.
Mobilitati con decine di eventi anche gli appassionati del cielo dell'Unione Astrofili Italiani (Uai), che nel loro sito web hanno ricostruito la storia dei transiti di Mercurio osservati dal 1631. Telescopi puntati sul nuovo "neo" del Sole anche a Roma, nell'evento organizzato dal Planetario.
Il telescopio era indispensabile per riuscire a vedere il minuscolo disco di Mercurio contro il Sole, ma era necessaria anche la massima prudenza: ''Non usare filtri di fortuna'', raccomandava l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope, perché è molto pericoloso per gli occhi osservare il Sole senza utilizzare i filtri sicuri, progettati per respingere la radiazione che può danneggiare la retina.
E' stato un appuntamento da non perdere perché è un fenomeno abbastanza raro che si ripete circa 13 volte in un secolo: l'ultima volta è avvenuto l'8 novembre 2006 e il prossimo appuntamento sarà per l'11 novembre 2019, ma dall'Italia sarà visibile solo nella prima parte. Per vedere un transito di Mercurio visibile per intero dal nostro Paese, sottolinea Masi, bisognerà aspettare il 13 novembre 2032.