Un magistrato non può partecipare attivamente alle campagne politiche: su questo punto "c'è un divieto". Parola di Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm, che ha commentato così le recenti vicende legate all'intervento del membro del Csm Piergiorgio Morosini sul referendum costituzionale. "C'è invece un diritto a esprimere opinioni", ha aggiunto. Si schiera però il procuratore di Torino, Armando Spataro: "Io nel comitato per 'No'".
"Politica e magistratura - ha chiarito ancora il numero uno del Csm, intervistato da Sky - devono conseguire obiettivi ben distinti. Guardatevi bene dal fare politica con gli strumenti giudiziari. E viceversa". Legnini ha poi fatto esplicito riferimento alle parole di Morosini, dichiarando che se fossero stati effettivamente espressi quei giudizi riportati dal Foglio su alcuni magistrati, sulle riforme, sull'attività del Csm, sarebbero "inaccettabili e dannosi".
Non ha voluto invece esprimersi sull'eventualità che il pg della Cassazione o il ministro della Giustizia assumano iniziative disciplinari. "Presiedendo per legge la Sezione disciplinare mi devo astenere da valutazioni di merito".
Acqua sul fuoco - Il numero uno del Csm ha avvertito: "Non c'è bisogno di un clima infuocato di reciproche accuse che rischia di collocare in secondo piano il lavoro in corso per giustizia efficiente. Una democrazia è forte se tutti i poteri sono forti e si rispettano".
"Prescrizione, quella riforma è necessaria" - Legnini ha inoltre detto che la riforma della prescrizione "è necessaria" perché "non possiamo permetterci che 120mila processi muoiano. Circa il 10% dei processi si estinguono per la prescrizione in Italia, non si fa in tempo. Devo prendere atto con soddisfazione che il ministro Orlando si è impegnato affinché questa riforma, finalizzata a riparare gli errori della ex Cirielli, si faccia a breve, entro l'estate, ha detto. Io penso che si debba approvare al più presto".
Spataro: "Io nel comitato per il 'No'" - Ma il procuratore di Torino, Armando Spataro, si schiera: "Ebbene sì, confesso di aver aderito da subito al Comitato promotore per il 'No' in vista del referendum confermativo della recente riforma costituzionale". E aggiunge: "E non basta, l'ho fatto anche per il 'No' alla riforma bocciata nel giugno del 2006, allorché ho girato l'Italia in ogni possibile weekend, parlando di fronte ad ogni tipo di uditorio. Grazie ad una capillare opera di informazione, vinse il 'No', con il 61,3% degli oltre 25 milioni di votanti".