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Fausta Bonino a Quarto Grado: "Io incastrata: voglio la verità"

Fausta Bonino racconta le sue sofferenze durante i primi giorni in carcere e chiede di fare chiarezza sulla vicenda

Fausta Bonino è l'infermiera 55enne accusata di aver somministrato dosi letali di eparina a 14 pazienti nell'ospedale di Piombino (Livorno): si è sempre proclamata innocente e ha ribadito che, se c'è un killer, è sicuramente ancora in giro. La donna conferma questa versione anche davanti alle telecamere di "Quarto Grado": oltre a raccontare le sue sofferenze in carcere, si dice convinta che il ruolo dell'eparina sia marginale e vuole la verità sulla vicenda.


Come ha vissuto questi 21 giorni in carcere?
I primi giorni sono stati durissimi, tremendi, perchè non potevo vedere la mia famiglia, non potevo vedere nessuno. Ero convinta che con tutte le accuse che mi avevano fatto, e con tutto quello che è stato scritto, non sarei più uscita dal carcere. Non ho fatto nulla, l'ho continuato a ribadire: credo che addirittura non sia stata fatta l'eparina a tante persone. Non credo in un serial killer, non credo che qualcuno abbia fatto l'eparina.

Secondo lei si può parlare di malasanità?
Sì, in questo caso sì.

Si è sentita incastrata?
Sì, dalle persone che mi dovevano difendere.

Cosa prova ora nei contronti di queste persone?
Rabbia, tanta rabbia.

Come pensa che sarà il suo futuro?
Non ci sto pensando, non lo so. Per ora voglio solo che finisca questa indagine e che si scopra la verità. Non riesco a pensare ad altro.

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