Mentre negli anni della crisi tutti i settori di attività economica registranvano consistenti perdite di posti di lavoro – a parte i servizi, che al contrario hanno mostrato una tendenza positiva –, il mondo delle cooperative ha visto incrementare i livelli occupazionali, mostrando così un potenziale significativo rispetto al trend nazionale.
Nel periodo 2008-2015 il calo degli occupati nell'agricoltura è stato del 3,35% (-28.636 unità), nell'industria il calo è stato non indifferente e ha interessato soprattutto il Sud, ma anche le regioni del Nord hanno evidenziato livelli occupazionali distanti da quelli pre-crisi. Solo i servizi hanno fatto segnare una variazione positiva dell'1,74%. (fonte: Centro Studi ImpresaLavoro).
A proposito di beni e servizi, considerando ora il segmento delle imprese cooperative, si scopre che il contributo all'occupazione è stato determinante. I numeri sono stati diffusi in occasione dell'assemblea annuale di Confcooperative e confermano la maggiore resilienza alle difficoltà della crisi.
Sono oltre 48 mila, infatti, i nuovi posti di lavoro creati tra il 2007 e il 2015, pari al +10,1% rispetto al 2007. Nello stesso periodo, fa notare Confcooperative, in Italia il numero di occupati si è ridotto del 2,4%, passando da 23.048.000 a 22.492.000 unità. In più le cooperative sono realtà in cui il lavoro è soprattutto stabile: il 75% degli occupati nelle imprese aderenti a Confcooperative ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato (nelle grandi la percentuale sale addirittura all'85%). Tutto ciò a fronte di un fatturato che è pari a 66 miliardi di euro, di cui 5,9 provenienti dall'export, cresciuto del 43% rispetto agli anni pre-crisi.
Ma l'aspetto più interessante è l'opportunità che una cooperativa rappresenta per quelle categorie notoriamente svantaggiate, quali donne, giovani e stranieri. Alcuni numeri in questo senso: il 60,8% degli occupati sono donne. Quest'ultime, poi, rappresentano il 26,3% nella governance delle cooperative rispetto al 16% degli altri modelli di impresa presenti nel paese. Tra i soci le donne risultano essere il 40%. Quanto ai giovani in una cooperativa su tre nel Cda c’è almeno un under 35, mentre gli stranieri rappresentano il 15% dell’occupazione complessiva.