Italia ed Eurozona

Ripresa debole, ma segnali positivi

L'indice Pmi manifatturiero ha fatto registrare valori superiori a quelli spagnoli. Bene la Germania, Francia ancora in affanno. Bruxelles corregge le stime di crescita

La ripresa è ancora debole e la conferma arriva dalla Commissione europea che stima una crescita più lenta nel 2016 – per l'Italia e per l'Eurozona – di quanto inizialmente previsto. Le esportazioni rallenteranno, mentre il principale motore della ripresa deriverà dalla domanda interna.

Nonostante l'andamento economico altalenante, l'Italia sembra correre più veloce dell'Eurozona. Nel mese di aprile, infatti, l'indice Pmi manifatturiero elaborato da Markit si è attestato a 53,9 punti dai 53,5 punti di marzo, segnando il massimo da quattro mesi. Il livello superiore alla soglia di 50 punti sta ad indicare una fase espansiva (al di sotto una contrazione del ciclo) e per il nostro paese si tratta del 15esimo mese consecutivo in territorio positivo.

Nell'Eurozona l'Indice Pmi manifatturiero si è invece attestato a 51,7 punti, in miglioramento rispetto al mese precedente (51,6 punti). La crescita dell'Italia – nonostante le previsioni al ribasso degli analisti – è stata superiore a quella della Spagna, che pure aveva registrato negli ultimi tempi un ritmo elevato. Ora la Spagna passa da 53,4 a 53,5 punti.

Stavolta, però, il maggiore incremento è stato quello della Germania (da 50,7 a 51,8 punti), mentre l'Eurozona subisce in parte la contrazione francese, confermando nel complesso una crescita ancora debole. La Francia, infatti, è in territorio negativo: l'indice è calato a 48 punti dai precedenti 49,6. Insomma, nonostante le condizioni economiche dell'Eurozona fin qui descritte (in particolare il rallentamento del commercio a causa della debolezza dei paesi emergenti e la bassa inflazione), si registra un buon andamento. Per quanto riguarda l'Italia, analizza Markit, il più veloce aumento dei nuovi ordini ha contribuito all'incremento della produzione e alla creazione di nuovi posti di lavoro.

Già il Centro Studi Confindustria aveva osservato nello scenario internazionale tendenze meno preoccupanti di qualche mese fa, anche se la Commissione europea mette oggi in guardia sui rischi al ribasso.

Gli Stati Uniti, pur avendo rallentato la corsa (l'indice manifatturiero risulta in calo ad aprile), mantengono un discreto standard di crescita mentre la Cina sta mostrando, pur tra le difficoltà, alcuni segnali incoraggianti. In verità l'indice Pmi manifatturiero ad aprile è fermo ancora sotto i 50 punti, ma a marzo la produzione industriale aveva registrato un balzo oltre le attese.

Il Centro Studi Confindustria stima per l'Italia una crescita del Pil nel primo trimestre dell'anno dello 0,3%, dato che potrebbe essere sostanzialmente confermato nel secondo periodo del 2016 per via del trend positivo degli ordini interni. Per Bruxelles il Prodotto interno loro crescerà quest'anno dell'1,1%, quello dell'Eurozona dell'1,6%.