Referendum, Renzi lancia il Sì: "Vera sfida inizia ora, vinceremo"
Il premier lancia, da Firenze, la campagna per la consultazione di ottobre. E promette: "Unioni civili, tra 10 giorni voto con fiducia alla Camera"
Il premier Matteo Renzi ha aperto al Teatro Niccolini di Firenze la campagna per il sì al referendum costituzionale di autunno. "Il lavoro di questi 2 anni ha prodotto un cambiamento radicale - ha detto -, ma la vera sfida inizia ora. Se partono investimenti l'Italia riparte, tutto quello che è stato fatto è enorme ma non basta". Poi l'appello: "Ho bisogno di vincere con voi la partita più grande, vale a dire sostenere che c'è un'Italia che dice sì".
"Molto più di un sì e di un no" - "Io non sarei mai arrivato a Palazzo Chigi se non avessi avuto una straordinaria esperienza di popolo - ha detto ancora il premier -. Ora c'è una partita che da solo potrei anche vincere ma non basterebbe. Nel referendum la domanda è molto semplice: sì o no. Ma lì dentro c'è molto di più: c'è la riforma istituzionale, che non è contro chi ha combattuto per la libertà".
"Faremo una campagna porta a porta, casa per casa, io ho bisogno di voi ho bisogno di 10mila comitati - ha continuato il presidente del Consiglio -. Il punto chiave è che dopo che per 30 anni si è discusso delle riforme e nessuno faceva nulla, dopo sei letture, noi scegliamo di andare a vedere da che parte stanno gli italiani".
"Senatori come tacchini al Ringraziamento" - Una delle parti più criticate della riforma riguarda l'abolizione del Senato elettivo. "I senatori hanno deciso di abolire il Senato: i senatori Pd fanno come i tacchini nel giorno del Ringraziamento - ha ironizzato Renzi -. Il senatore Esposito mi ha dato questa spilla: 'Tacchino e felice di esserlo'. Ora aspetto i sindacati, gli imprenditori. La politica ha indicato la strada: ora fatelo anche voi".
"Rottamazione vale anche per me" - Renzi ha poi ribadito un concetto già detto più volte: "Io non mi risparmio, non siamo noi a vincere questa sfida. La rottamazione non vale solo quando si voleva noi... Se non vinco vado a casa".
"Vinceremo il referendum" - Ma Renzi non è apparso poi così preoccupato: "Noi vinceremo il referendum, io ne sono certo. Però quello che è più importante di vincere il referendum è coinvolgere gli italiani. Io sono in prima fila perché si capisca che da questa sfida dipende il futuro delle nostre istituzioni".
Tra risparmi, Imu e scuola - "Finalmente la classe media ha iniziato a risparmiare, non pagherete l'Imu - ha aggiunto il capo del governo -. Imprenditori, vi dico fate investimenti e si rimette in moto l'economia. Renzi si è poi soffermato sul tema dell'edilizia scolastica: "Se non smettiamo di parlare male della scuola italiana non siamo seri. All'estero dicono che l'educazione italiana è la migliore".
"Con Job Act lavorano 398mila persone in più - Spazio poi al Lavoro all'indomani delle celebrazioni (e delle polemiche) per il Primo maggio. "Giusto preoccuparsi delle aziende in crisi, Sulcis, Guess - ha detto Renzi -. Grazie al Job act 398 mila persone in più che lavorano. Non basta ma ieri quasi 400mila persone hanno potuto festeggiare la giornata del lavoro".
In agenda "l'orgoglio degli italiani" - Dopo aver elogiato il lavoro del suo governo, Renzi ha dettato l'agenda: "Il punto fondamentale è che ancora non siamo riusciti a restituire all'Italia quel sentimento di orgoglio, di appartenenza, di passione, fondamentale per una grande impresa. A Firenze è cambiato tutto quando ho pedonalizzato piazza Duomo: non ci credeva nessuno. Molto più importante del Pil e dell'Irap: quello che sta nell'agenda è restituire agli italiani l'orgoglio di appartenere a qualcosa di grande".
Unioni civili, l'11 maggio fiducia alla Camera - "L'11-12 maggio, con fiducia a naso, noi voteremo legge sulle unioni civili alla Camera", ha rivelato il premier.
"Ue, i ragazzini Rignano hanno portato flessibilità" - Renzi ha anche parlato del rapporto tra il suo governo e l'Unione europea: "In Europa ci dicevano 'adesso arrivano i ragazzini di Rignano': abbiamo portato 27 miliardi di flessibilità. Quelli che oggi ci fanno lezioni di flessibilità sono gli stessi che hanno firmato il fiscal compact anni fa".
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