Raimondo Caputo, l'uomo di 43 anni arrestato con l'accusa di aver abusato e poi ucciso la piccola Fortuna Loffredo a Caivano (Napoli), è stato aggredito e picchiato sabato all'interno del carcere di Poggioreale da altri detenuti. Due agenti della polizia penitenziaria sono intervenuti e hanno portato Caputo in un'altra cella in isolamento. Sull'accaduto è stata aperta un'indagine interna.
"L'uomo - ha spiega il segretario generale del Sappe, Donato Capece - era recluso nel reparto che accoglie i sex offender, le persone accusate di reati sessuali. Alcuni di loro lo hanno aggredito a calci e pugni e solo il pronto intervento degli agenti penitenziari ha evitato per lui danni più gravi".
Il procuratore di Napoli Nord, Francesco Greco, ha poi precisato che Caputo "presenta i segni dell'aggressione, ma nulla di grave". L'uomo è stato quindi trasferito in cella di isolamento per motivi precauzionali per la sua incolumità. Subito dopo l'aggressione, Caputo è stato trasferito in una cella di isolamento al terzo piano del padiglione "Roma" di Poggioreale. Non si è saputo se il trasferimento sia stato disposto dall'autorità giudiziaria, dall'amministrazione penitenziaria o se sia stato lo stesso Caputo a chiedere di essere ristretto in una cella singola.
"Sicuramente - ha aggiunto Greco - nei prossimi giorni avremo contatti con la Procura di Napoli perché, ai fini della nostra inchiesta, ci interessa sapere modalità e cause che hanno portato a questa aggressione".
Al momento della notifica dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere per l'omicidio della piccola Fortuna, venerdì, Caputo era già detenuto nella casa circondariale di Poggioreale, dove si trova dal novembre 2015 perché accusato di concorso in violenza sessuale ai danni di una delle figlie della sua convivente, che è invece agli arresti domiciliari.