PRIMA VOLTA IN ITALIA

Roma, il tribunale condanna Break.com a risarcire Mediaset

la piattaforma digitale statunitense dovrà pagare 115mila euro, pari a circa 1.300 euro per ogni minuto di trasmissioni illecitamente pubblicato

Il Tribunale di Roma ha condannato, con una sentenza del 27 aprile, la piattaforma digitale statunitense Break.com per uso illecito dei programmi televisivi Mediaset: è la prima volta in Italia che un tribunale condanna al risarcimento dei danni per violazione del copyright televisivo un provider che pubblica contenuti caricati dagli utenti.

Oltre a un risarcimento di 115mila euro (pari a circa 1.300 euro per ogni minuto illecitamente pubblicato), la Nona Sezione del Tribunale Civile ha addebitato a Break.com le spese processuali e fissato una penale di 1.000 euro per ogni eventuale futura violazione.

La sentenza, sottolinea una nota di Mediaset, "rappresenta un ulteriore passo avanti nella giurisprudenza relativa alla tutela del diritto d'autore degli editori italiani in ambito digitale. Il Tribunale, accogliendo i più recenti precedenti comunitari, ha stabilito la responsabilità civile di chi pubblica contenuti caricati dagli utenti. Rilevante il nuovo ruolo attribuito agli aggregatori: non più intermediari tecnici e passivi ma 'impresa globale' che utilizza i contenuti messi a disposizione del pubblico per alimentare il proprio business pubblicitario".

"L'intervento diretto nei contenuti", spiegano infatti nella sentenza i giudici di Roma, è dimostrato anche attraverso i "video correlati" e la presenza di un "editorial team", elementi che dimostrano la posizione del provider come "hosting attivo": vi era, insomma, la "conoscenza effettiva" degli illeciti. E il titolare dei diritti non ha nessun obbligo preventivo di fornire agli aggregatori gli specifici URL "vietati", in quanto si tratterebbe di un onere irragionevolmente gravoso e privo di qualsiasi fondamento normativo.

La sentenza, commenta infine Mediaset, "aggiunge un importante contributo alla cultura giuridica dei 'principi fondamentali' a tutela di chi investe realmente nella produzione di contenuti italiani originali".