Lʼinvenzione della Piaggio

Vespa, 70 anni tra successi, cinema e mito

Oltre 18 milioni di modelli venduti

Il 23 aprile di 70 anni fa, allʼUfficio Brevetti di Firenze, fu depositato il progetto industriale compiuto di un veicolo destinato a diventare leggenda: la Vespa. Era il 1946 e la ricostruzione avrebbe dato agli italiani tante opportunità e cose nuove da scoprire. Come la rivoluzione nella mobilità che la Vespa permetteva. Di lei già si parlava da qualche mese, la rivista Motor le aveva dedicato un servizio e alcune presentazioni internazionali ne stavano preparando il terreno.

La Vespa era qualcosa di assolutamente inedito. Gli scooter lo erano, come la rivale Lambretta, mezzi nuovi che gli italiani accolsero senza nessun iniziale scetticismo. Perché amavano già le due ruote, che allora significava perlopiù biciclette. Su queste si era formato il carattere nazionale, col mito già antico dei Guerra, Binda, Girardengo, Bottecchia, rivissuto nellʼItalia del Secondo Dopoguerra con Coppi e Bartali. La Vespa prese vita dalla determinazione di Enrico Piaggio, figlio del fondatore dellʼazienda (la Piaggio nacque a Genova nel 1884), e dalle abilità dellʼingegnere aeronautico Corradino DʼAscanio. Fu utilizzato lo stabilimento di Pontedera, che Piaggio aveva acquisito nel 1921, senza mai pensare che un giorno sarebbe diventato il simbolo stesso della Casa.

Nel primo anno di produzione ‒ il 1946 appunto ‒ furono costruite 2.484 Vespa, col motore di 98 centimetri cubici. Due le versioni: normale e lusso, che costavano rispettivamente 55.000 e 61.000 lire. Inflazione galoppante a parte, fenomeno che lʼItalia si porterà dietro per decenni, non era tutto sommato una cifra impossibile e il successo della versione lusso ‒ con il contachilometri, la stampella laterale e gli pneumatici con fianco bianco ‒ fece intuire che di Vespa se ne potevano produrre tante versioni e tante serie speciali. Un anno dopo Piaggio vendette 10.535 Vespa e nel 1948 arrivò a 20 mila, fino alle 175 mila del 1951. Ma nel frattempo la Vespa divenne un fenomeno internazionale e Piaggio iniziò a produrla anche in Germania.

Lʼamore per la Vespa trovò negli anni 50 un cemento di quelli che durano: il cinema. Il coup de foudre con la settima arte lo diede “Vacanze Romane”, con la meravigliosa coppia Audrey Hepburn e Gregory Peck, e poi è continuato in tantissime altre pellicole. Bellissimo lʼepisodio a lei dedicato in “Caro Diario” di Nanni Moretti. E poi la crisi, comʼè inevitabile dopo tanti anni, e il declino fino alle 58.000 unità prodotte nel 2004. Ma la ripresa non è stata meno spettacolare del boom degli esordi, tanto che già nel 2006 Vespa è tornata sopra le 100 mila unità, per arrivare a 170.000 lo scorso anno. Un mito, con stabilimenti in Italia, India e Vietnam, venduto in 70 anni in oltre 18 milioni di unità.