Nuova tragedia al largo della Libia. La Guardia Costiera ha coordinato le operazioni che hanno salvato 108 profughi, tra i quali cinque donne, che erano su un gommone diretto verso l'Italia. Alla fine dei soccorsi l'imbarcazione si è piegata a "v" ed è affondata, portando via i sei cadaveri che erano rimasti a bordo. Le onde hanno trascinato via anche due dei tre migranti che all'arrivo della nave si erano buttati in mare.
La centrale operativa di Roma della Guardia Costiera, ricevuta la richiesta di soccorso, ha inviato sul punto indicato la nave "Aquarius", di 77 metri, appartenente ad una Ong. L'unità ha raggiunto il gommone, che, a causa del mare molto mosso, rischiava di capovolgersi.
I sopravvissuti: "Siamo partiti dalla Libia in 140" - I superstiti raccontano di essere partiti in 140 dalla Libia, tutti assiepati a bordo di un gommone. Due persone sono annegate durante la traversata mentre sul fondo dell'imbarcazione i soccorsi della nave Aquarius hanno trovato i sei cadaveri. Tutti gli altri risultano dispersi. Le operazioni di salvataggio sono state tragiche: sono state effettuate tra onde di due metri e venti forza 5-6. Il gommone, quasi completamente sgonfio, era già pieno d'acqua e con il motore in avaria quando ha iniziato ad avere difficoltà serie dopo nove ore di navigazione.
Secondo le prime testimonianze dei sopravvissuti, le persone erano state imbarcate a Zabratah. Alcuni di loro, presi dal panico, si sono buttati in acqua all'inizio delle operazioni di soccorso e in due sono annegati proprio nel tentativo di raggiungere la nave, mentre un'altra persona che si era gettata in mare è stata tratta in salvo. Tutti gli altri erano già dispersi all'arrivo dell'Aquarius.
I sopravvissuti provengono da Gambia, Guinea Bissau, Guinea Conakry, Costa d'Avorio, Togo, Nigeria, Senegal, Mali, Sudan, Etiopia, Eritrea. I naufraghi, in ipotermia, traumatizzati, e altri con seri problemi di capacità motoria, sono stati tutti subito presi in carico dall'equipe medica di Médicins du Monde.