A due giorni dal referendum sulle trivelle continua lo scontro tra il governo e il "partito del sì". E mentre il premier Matteo Renzi torna a ribadire che "chi vuole votare sì è libero di farlo, chi vuole farlo fallire può non andare a votare", il M5S attacca sul blog di Grillo: "Renzie e Napolitano stanno dalla parte dei petrolieri e invitano al gesto antidemocratico dell'astensione nel silenzio di Mattarella".
"Questo referendum - sottolinea il premier - riguarda 11mila lavoratori, il loro futuro e le fonti di approvvigionamento italiane. Noi siamo tutti per le rinnovabili, ma queste da sole non basteranno nei prossimi 10 anni, perché la macchina la prendono tutti, l'ascensore si prende, l'aria condizionata e il riscaldamento servono. Noi abbiamo detto no al nucleare e no al carbone, ma qualcosa devi tirare su. Si tratta di far funzionare le trivelle che ci sono fino a quando c'è gas e petrolio. Altrimenti prendiamo le petroliere russe e arabe che portano in Italia il loro petrolio".
Il Movimento 5 Stelle però non ci sta e attacca, spiegando che governo e parte del Pd "boicottano in tutti i modi il referendum per fare l'ennesimo favore richiesto dai loro amici petrolieri, nel silenzio di Mattarella. Renzie e Napolitano vogliono che vi asteniate: altri due ottimi motivi per andare a votare sì".
"Il regime del Bomba - attacca il blog di Grillo - è stato instaurato poco più di due anni fa dall'allora bis-presidente Napolitano per difendere il sistema e gli interessi delle lobby, dei banchieri e dei burocrati europei senza alcuna legittimazione popolare. Da allora il premier non eletto da nessuno, i ministri (alcuni in palese conflitto di interessi), i viceministri, i sottosegretari e i parlamentari passacarte della maggioranza hanno fatto una decina di regali alle banche, hanno difeso le posizioni delle lobby del gioco d'azzardo, hanno distrutto la scuola, hanno reso leciti i licenziamenti di massa per favorire le multinazionali straniere, hanno tagliato brutalmente la sanità pubblica e favorito quella privata, hanno difeso i loro privilegi come le pensioni d'oro e le auto blu. Dei bisogni dei comuni cittadini se ne sono fregati. Non sono stati loro a metterli lì e si illudono di non dover rendere conto a loro".
"Con lo scandalo Trivellopoli che è appena iniziato ma in cui è indagato un membro del governo (perché De Filippo non è stato cacciato in dieci minuti come la Guidi?) e un ministro è già saltato - conclude il M5S - qualcosa è cambiato. Tutti hanno visto i meschini interessi dietro i provvedimenti del governo e il Bomba non può più farsi vedere in pubblico senza essere fischiato e contestato come a Napoli e Treviso".