La procura di Locri ha chiesto l'archiviazione delle indagini per le minacce subite dalla squadra di calcio a 5 femminile di cui il presidente Armeni aveva annunciato il ritiro. Per il pm si è trattato di "una montatura" e i bigliettini intimidatori denunciati sarebbero infatti "costruiti in casa". Per il procuratore Luigi D'Alessio queste sarebbero minacce anomale e inverosimili, per questo motivo il caso è stato chiuso e non rinviato a giudizio.
L'ex presidente dello Sporting Club, Ferdinando Armeni, però non ci sta e ha già dichiarato di volersi opporre all'archiviazione. Le parole del procuratore non sono piaciute per nulla ad Armeni, che si è detto "sorpreso dalle dichiarazioni del procuratore D’Alessio perché, pur utilizzando il condizionale, arriva a parlare di montatura e mi dispiace aver dovuto apprendere la notizia dalla stampa". E su Facebook lo scorso primo aprile ha aggiunto: "Nessuno di noi ha mai parlato di mafia, abbiamo ricevuto delle minacce, questa è l’unica realtà, qualcuno ci ha voluto colpire.
Tra la mafia e l’autoproduzione c’è di mezzo una marea di possibilità, non capisco perché se non è stata la malavita per forza deve essere autoproduzione”. L’ex presidente, contro cui si erano espresse duramente le sue ex giocatrici, si definisce estraneo ai fatti e aggiunge "sono fortemente convinto della denuncia che ho fatto e andrò fino in fondo, perché la verità si deve sapere".
Lo Sporting Club Locri era finito alla ribalta delle cronache a fine dicembre, quando l'allora presidente Armeni aveva annunciato la chiusura della società per via delle minacce ricevute In tutto erano state quattro le presunte intimidazioni subite nel giro di un mese, insieme alla foratura delle gomme dell'auto. "Forse non siamo stati chiari, si leggeva in uno dei bigliettini lasciato vicino al finestrino dell'auto", "Lo Sporting Locri va chiuso. Dovete chiudere subito altrimenti rimarrai a terra come le tue ruote".
In solidarietà alla squadra era arrivato anche il presidente del Coni Giovanni Malagò, che aveva annunciato: "Saremo al fianco dei dirigenti, dei tecnici e soprattutto delle atlete che non devono assolutamente cedere a questi vergognosi gesti, intollerabili in un Paese civile. Sono a disposizione per qualsiasi iniziativa necessaria a far tornare le ragazze in campo".