E' bufera sulla puntata di Porta a Porta che ha ospitato il figlio del boss Totò Riina. L'ad della Rai, Antonio Campo Dall'Orto, nel suo intervento in commissione Antimafia ha annunciato: "Dal primo settembre bisognerà riuscire ad avere una supervisione che lavori sui contenuti giornalistici ovunque essi siano". Di fuoco anche le reazioni degli altri piani alti della Tv di Stato e delle istituzioni, da Monica Maggioni a Pietro Grasso, passando per Don Ciotti.
Rai, Bindi: Riina omertoso e reticente, ha inviato messaggi? - "Salvo Riina ha negato l'esistenza della mafia e lanciato messaggi inquietanti". Lo ha detto la presidente della Commissione antimafia, Rosy Bindi, ai vertici Rai il giorno seguente la messa in onda dell'intervista al figlio di Totò Riina da parte di Bruno Vespa. "E' evidente - ha aggiunto - che il perimetro delle domande sia stato fissato da Riina, figlio di un capo di Cosa Nostra che ancora mesi fa dal carcere mandava messaggi di morte".
Rai, Maggioni: intervista a Riina jr insopportabile, da mafioso - "Quel racconto ha moltissime cose che lo rendono insopportabile. Prima di tutto non rinnegare il padre e dare dall'inizio alla fine un'intervista da mafioso. Quale è". Lo afferma la presidente della Rai, Monica Maggioni, in audizione in commissione Antimafia. Ma, aggiunge, "nell'atteggiamento di Rai non c'è nessun tipo di negazionismo", e "vittima ed aguzzino non avranno mai lo stesso rilievo in un Paese in cui la mafia ha rappresentato e rappresenta una ferita così grandi".
Rai, Dall'Orto: Decisione di mandare in onda intervista Riina è stata delicata - "La decisione di trasmettere la puntata con l'intervista al figlio di Totò è stata delicata", ha spiegato il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall'Orto in audizione in commissione Antimafia, precisando: "La puntata successiva odierna non è riparatoria ma di approfondimento. La Rai è il motore quotidiano di messaggi di legalità". E ha concluso con un annuncio:"Dal primo settembre bisognerà riuscire ad avere una supervisione che lavori sui contenuti giornalistici ovunque essi siano".
Rai, Fnsi-Usigrai: supervisore viola legge-contratto - "La chiusura della vicenda Porta a Porta non può consistere nell'invenzione della figura di un supervisore a priori dei contenuti giornalistici, in chiara violazione della legge e del contratto collettivo di lavoro". Lo affermano in una nota il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il segretario dell'Usigrai, Vittorio Di Trapani, rispondendo al dg Rai Antonio Campo Dall'Orto.
Grasso: Rai non deve banalizzare mafia, serve responsabilità - "La Rai non deve banalizzare la mafia, serve più senso di responsabilità". Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, parlando agli studenti dell'Università Luiss di Roma a proposito della puntata di Porta a Porta con ospite il figlio di Totò Riina. "Il servizio pubblico non può prestarsi - ha aggiunto - a operazioni di questo tipo. Non si può banalizzare la mafia, non si ci si deve prestare a operazioni commerciali e culturali di questo tipo, e una puntata riparatoria non giustifica, anzi sembra mettere sullo stesso piano il punto di vista della mafia e quello dello Stato".
Fico: "Vespa non fa informazione ma vetrina, servizio pubblico non può" - "Contrariamente a quanto affermato da alcuni parlamentari, la commissione di Vigilanza che presiedo ha chiesto alla Rai la convocazione del direttore di Rai1. Andrea Fabiano risponderà alle domande di tutti i commissari nella giornata di mercoledì 13 aprile". Lo ha scritto Roberto Fico (M5s), presidente della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, in un post su Facebook. "Riina Jr è stato intervistato in un luogo asettico, fuori dal salotto, mentre in studio hanno dibattuto soggetti dell'antimafia, storici e giornalisti. Sufficiente per non essere indignati? No, perché anche stavolta la vetrina non ha ceduto il posto all'approfondimento giornalistico".
Rai, don Ciotti: "Figlio Riina ha usato codici mafiosi" - "Abbiamo bisogno di verità non di enfasi su storie che hanno fatto soffrire il nostro Paese". Lo ha detto don Luigi Ciotti, presidente di Libera, una volta minacciato anche di morte dal boss, a margine di un incontro a Bologna, in merito all'intervista su Rai1 a Salvo Riina.