E' uno dei dubbi che sta agitando i sonni di tantissimi studenti (e dei loro genitori) e che, con l'avvicinarsi del momento della verità, sta alimentando sempre più il dibattito: quest'anno torneranno le bocciature o si rimarrà con il tendenziale 'tutti promossi' del 2020? Sui criteri di valutazione a cui dovranno attenersi i consigli di classe a giugno, infatti, dal ministero dell'Istruzione non è arrivata ancora nessuna comunicazione ufficiale. Se possibile, l'anno scolastico 2020/2021 è stato addirittura più complesso del precedente, con l'intero periodo di lezioni – specie nel caso dei ragazzi più grandi – e non un quadrimestre soltanto svolto 'a distanza', con i problemi del caso. Eppure non è così scontato che verrà riproposto il mini 'condono', anzi. Il portale Skuola.net ha provato a fare un po' di chiarezza, cercando una possibile risposta.
Dopo il lockdown ci fu un 'tutti ammessi'
Per iniziare, può essere utile riassumere quanto accaduto dodici mesi fa. A maggio 2020, in piena pandemia, quando cioè si era capito che la scuola sarebbe rimasta in lockdown, concludendo l'anno in Dad, l'allora ministra Azzolina prese la decisione di far passare tutti gli studenti – provati da mesi di difficoltà pratiche e psicologiche – alla classe successiva. Come si leggeva nell'ordinanza del MI, “anche in presenza di voti inferiori a sei decimi in una o più discipline”. Prevedendo, in questi casi, il recupero degli apprendimenti nei mesi successivi.
Bocciati solo in casi estremi
Solo due le ipotesi, eccezionali, che mantenevano in piedi la possibilità di bocciare: se la frequenza scolastica fosse stata estremamente carente nel primo periodo dell’anno, ovvero quello precedente alla quarantena, condotto in presenza all’interno della scuola (e tale situazione fosse perdurata anche durante la Dad in casi “non imputabili alle difficoltà legate alla disponibilità di apparecchiature tecnologiche ovvero alla connettività di rete”); oppure se nel corso dell’anno fossero stati presi provvedimenti disciplinari in seguito a comportamenti ed azioni gravi dell'alunno. Con la deliberazione del consiglio di classe che doveva essere assunta “con motivazione espressa all’unanimità”. Lo stesso criterio veniva applicato per l'accesso agli esami di Terza Media e di Maturità: in pratica era un 'tutti ammessi' generalizzato.
Le ordinanze sugli esami ci danno degli indizi
In dodici mesi le cose non è che siano così cambiate. Perciò, a questo punto dell'anno, la domanda che molti si stanno facendo è la seguente: anche a giugno prossimo sarà così? A darci una mano a capirlo possono intervenire gli unici provvedimenti ufficiali sinora a disposizione: le ordinanze sugli esami, uscite a inizio marzo. Che, purtroppo per gli studenti, tornano sui binari del passato: sia per i ragazzi di terza media sia per i maturandi, l'accesso alle prove finali non sarà automatico. Per il primo ciclo (scuole medie) il consiglio di classe può deliberare “con adeguata motivazione” la non ammissione all'esame “nel caso di parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in una o più discipline”. Ancora più stringato quanto indicato per la Maturità: “l’ammissione all’esame di Stato è disposta, in sede di scrutinio finale, dal consiglio di classe presieduto dal dirigente/coordinatore o da suo delegato”. Tradotto: è possibile bocciare, anche se le istituzioni scolastiche, nell’ammissione agli esami, potranno stabilire eventuali deroghe al requisito della frequenza, previsto per i tre quarti dell’orario individuale.
Il parere dei professori torna decisivo?
Qualche informazione in più pure sugli scrutini per le classi intermedie dovrebbero arrivare nelle prossime settimane. Ma, se la linea di tendenza del Ministero è questa, risulta complicato un ritorno del 'tutti ammessi'. Molto probabilmente gli alunni dovranno farsene una ragione: è facile immaginare che la promozione non sarà automatica ma sarà lasciata presumibilmente, come suggerisce quanto stabilito per gli esami di Stato, alla decisione dei consigli di classe. Al massimo, soprattutto in considerazione del momento che gli studenti stanno vivendo, potrebbe essere 'suggerito' (in via ufficiosa) agli insegnanti di mettersi una mano sulla coscienza e di fermare l'alunno solo in casi veramente irrecuperabili, prevedendo per chi avrà scampato il pericolo un corposo programma di recupero delle lacune accumulate.