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Condono fiscale in arrivo: ecco chi non dovrà più pagare e come fare

Il 19 marzo è atteso in Cdm il Dl Sostegni: tra le ipotesi più accreditate c’è la cancellazione di 61 milioni di cartelle, con importo massimo fino a 5mila euro, per debiti con il Fisco dal 2000 al 2015

Il decreto legge Sostegni è atteso in Consiglio dei ministri domani, venerdì 19 marzo. L’ultimo scontro nella maggioranza riguarda la sanatoria fiscale. Si stanno mettendo a punto ancora gli ultimi dettagli, e la discussione non è ancora chiusa. Ma il grosso è già stato definito: in arrivo maxi condono delle vecchie cartelle esattoriali fino a 5mila euro.

IN ARRIVO MAXI CONDONO FISCALE
La conferma è arrivata dal sottosegretario all’Economia, Claudio Durigon e sarà contenuta nel decreto Sostegni che stanzierà aiuti economici per le categorie colpite dalle chiusure e restrizioni imposte dal governo per contrastare l’aumento di contagi di Covid. Gli aiuti dovrebbero essere disponibili entro la fine di aprile. Tra le misure approvate, c’è anche il nuovo provvedimento fiscale che cancellerà i piccoli debiti degli italiani con l’Erario contratti in quindici anni, tra il 2000 e il 2015.

TETTO DI 5MILA EURO
Il confronto all’interno della maggioranza è ancora aperto perché il sottosegretario Durigon mirava ad un intervento più corposo rispetto al tetto dei 5mila euro, che includesse l’azzeramento di cartelle fino a 10mila euro. Il problema è sempre lo stesso: le coperture. Il decreto Sostegni arriverà a pesare per 32 miliardi: 4,8 miliardi andranno alla sanità, con un ritocco all’insù rispetto ai 2 miliardi stanziati in precedenza, 12 ai contributi a fondo perduto per chi ha visto un calo del fatturato del 33% causa pandemia, e il resto delle risorse interesseranno il pacchetto lavoro e ammortizzatori sociali.

STOP AL CASHBACK?
Nei giorni scorsi si è ipotizzato di stoppare il Cashback di Stato dopo il primo semestre, per recuperare circa 3 miliardi di euro da destinare appunto ai ristori. L’idea non piace al Movimento 5Stelle che ha introdotto la misura con il precedente governo Conte, al fine di contrastare l’evasione fiscale, incentivando i pagamenti elettronici quindi tracciabili. Sono più di 8 milioni gli italiani che si sono iscritti al programma, con oltre con quasi 14 milioni e 500mila strumenti di pagamento attivati. La viceministra Laura Castelli ha rassicurato che il cashback non sarà interrotto in anticipo.

CANCELLAZIONE DI 61 MILIONI DI CARTELLE
Azzerare i debiti sotto i 5mila euro consentirebbe all’Agenzia delle Entrate di alleggerire il 56% delle pratiche che sono ferme in giacenza, in attesa di riscossione. “Il provvedimento dovrebbe consentire la cancellazione di circa 61 milioni di cartelle che valgono un miliardo, consentendo così all’Agenzia di concentrare l’attività sulle pratiche effettivamente esigibili”, ha spiegato Durigon. La cartelle interessate dal condono comprendono gli importi per la contestazione iniziale, sanzioni ed interessi, fino a 5mila euro.

137 MILIONI LE CARTELLE NON PAGATE
I debiti degli italiani con il Fisco riguardano 137 milioni di vecchie cartelle non pagate, ferme all’Agenzia delle Entrate. La maggior parte sono inferiori ai 3mila euro. Si tratta, soprattutto, di bolli auto non pagati, multe per infrazioni al codice della strada e piccoli debiti per tasse non versate che verranno azzerati. Un colpo di spugna che consentirà di cancellare ogni debito contratto con lo Stato, a patto che non superi i 5mila euro, per contenziosi tra il 2000 e il 2015. Il contribuente non dovrà fare nulla: se il debito rientra nella sanatoria, sarà annullato automaticamente.

LA VERIFICA SUL SITO DELL’AGENZIA
Per essere sicuri che il debito rientri nel prossimo condono, dal momento che non è prevista alcuna comunicazione da parte dell’Agenzia in caso di stralcio della cartella, il contribuente potrà verificare la propria situazione debitoria all’interno dell’area riservata dell’Agenzia delle Entrate, facendo l’accesso tramite Spid. L’estratto conto indicherà se il debito è stato effettivamente cancellato. Anche perché è bene ricordare che nessuno degli importi già versati verrà restituito dallo Stato.