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Covid, infermieri e medici italiani candidati al Nobel per la Pace 2021

Alla base della candidatura, avanzata dalla Fondazione Gorbachev, vi è il fatto che "il personale sanitario italiano è stato il primo nel mondo occidentale a dover affrontare una gravissima emergenza sanitaria"

Coronavirus, infermiera stremata riposa dopo il turno: la foto simbolo dall'ospedale di Cremona

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Un’infermiera, stremata, riposa con la testa appoggiata su un lenzuolo piegato e poggiato su una scrivania davanti al computer. Il tempo necessario per recuperare un poco di energie e tornare in prima linea, a combattere il coronavirus. La foto è stata scattata da un medico all'interno dell'ospedale di Cremona, uno dei più colpiti dall'emergenza, e in poche ore è diventata il simbolo della lotta al virus. 

Oslo ha espresso il suo benestare alla candidatura al Nobel per la Pace 2021 di infermieri e medici italiani. Alla base della candidatura, avanzata dalla Fondazione Gorbachev, vi è il fatto che "il personale sanitario italiano è stato il primo nel mondo occidentale a dover affrontare una gravissima emergenza sanitaria, nella quale ha ricorso ai possibili rimedi di medicina di guerra combattendo in trincea per salvare vite e spesso perdendo la loro".

Come prevede il protocollo della candidatura, la proposta è stata ufficialmente sottoscritta da un Nobel per la Pace, Lisa Clark, statunitense che vive in Toscana e ha prestato attività di assistenza volontaria durante l'epidemia, co-presidente dell'International Peace Bureau, cui è stata conferita l'onorificenza nel 2017 per il suo impegno contro il disarmo atomico.

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"Ho candidato il corpo sanitario italiano al premio Nobel per la Pace - ha dichiarato Lisa Clark - poiché la sua abnegazione è stata commovente. Qualcosa di simile a un libro delle favole, da decenni non si vedeva niente del genere. Il personale sanitario non ha più pensato a se stesso ma a cosa poteva fare per gli altri con le proprie competenze".

Il testimonial dell'iniziativa promossa dalla Fondazione Gorbachev di Piacenza è Luigi Cavanna, primario di onco-ematologia all'ospedale di Piacenza, noto per essersi impegnato personalmente nel prestare aiuto ai malati di Covid a domicilio.

Codogno, un anno dopo: inaugurato il memoriale per le vittime del Covid

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 "Resilienza, l'abbiamo conosciuta bene. Comunità, siamo stati una famiglia. Ripartenza, abbiamo davanti un anno dove fortunatamente la scienza medica ci ha dato quest'arma che è il vaccino. Sappiamo che la strada è quella e che solo con la vaccinazione di massa possiamo riprenderci la nostra vita e guardare al futuro". Sono le parole pronunciate dal sindaco di Codogno, Francesco Passerini, durante il suo intervento alla cerimonia di inaugurazione del monumento dedicato alle vittime del Covid-19 e alla resilienza dei cittadini del comune della bassa lodigiana dove tutto è cominciato.

L'anno scorso il Nobel per la Pace è stato assegnato al World Food Program.

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