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Covid e donne, quanto ha influito la pandemia sulla condizione femminile? | Guarda la nona puntata di "Fatti e Misfatti d'Europa"

L'approfondimento settimanale, realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo, è andato in onda martedì 16 marzo. Ospiti del nono appuntamento Simona Baldassarre, Elisabetta Camussi e Eleonora Anselmi

Sono state in prima linea nella lotta contro la pandemia. Dalla sanità alla grande distribuzione fino al commercio al dettaglio. Molte hanno combinato smartworking e cura dei figli e della casa. Altre hanno perso il lavoro a causa del Covid. Sono le donne il tema della nona puntata di "Fatti e Misfatti d’Europa", il programma di Tgcom24 realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo. Dell’impatto sociale ed economico della pandemia sulle donne, di diritti, riforme e progresso in chiave femminile abbiamo parlato con gli ospiti della puntata: Simona Baldassarre, europarlamentare della Lega, Elisabetta Camussi, docente di Psicologia Sociale all’Università Milano Bicocca e componente della task force Colao, Eleonora Anselmi, vicepresidente Confindustria Giovani. 

L’impatto della pandemia sulle donne - "Le donne sono state colpite in maniera tragica da questa situazione - spiega Camussi - Molte hanno perso il lavoro perché impiegate in tutta una serie di settori che hanno subito più pesantemente l’impatto della crisi, in particolari tutti i servizi legati al turismo, alla persona, ma anche alla sanità e alla salute nelle sue varie forme. Inoltre, perché tradizionalmente lavorano con contratti precari e quindi sono più esposte sia al rischio di perdita del lavoro sia al fatto che che non venga rinnovato il contratto".

"Inoltre - aggiunge la docente - il lockdown ha messo le donne nella condizione di non avere più nessun tipo di supporto, né servizi né aiuti specifici nella gestione della quotidianità, né aiuti di tipo familiare. Tutto questo ha fatto sì che in molti casi le donne che non avevano perso il lavoro l’abbiamo invece dovuto lasciare. Lo smartworking non è stato smartworking nella definizione che ci piacerebbe, ma un cumulo tra il lavoro retribuito svolto a distanza e la cura dei figli e della casa. Cosa succede ora? Che le donne spesso vengono mantenute in smartworking con una condizione che viene considerata facilitante e che rischia di essere un balzo regressivo tremendo per la partecipazione delle donne nello spazio pubblico, soprattutto dentro un contesto nel quale presenza nel luogo di lavoro e la disponibilità vengono considerati criteri di qualità. E su questo ci sono già dati di ricerca che dicono che le carriere femminili sono molto più penalizzate di quanto non sia accaduto per lo stesso periodo di tempo, marzo 2020-marzo 2021, rispetto a quelle maschili". 

La pandemia ha evidenziato il ruolo delle donne all’interno della società. Il 76% degli operatori sanitari in Europa è donna. Ma la presenza femminile è importante anche in altri settori strategici: la grande distribuzione, il commercio al dettaglio e, settore duramente colpito dalla pandemia, il turismo. "Penso che da ogni crisi possa nascere qualcosa di buono. Spero che dalla pandemia posso nascere il giusto rilancio delle donne. Donne che sono state forse le più penalizzate in questa pandemia, dal punto di vista sociale ed economico. In quest’ultimo campo, in particolare, la penalizzazione è grande: parliamo di gap salariale e occupazionale. Ricordo qualche dato: 67% è il dato occupazionale della donna in Europa contro il 78% degli uomini. Il Gap salariale è invece al 14%. Occorre che questi numeri, questi divari siano superati. La speranza è che questa nuova partenza sia una rinascita", dichiara Baldassarre. 

Uguaglianza di genere in Europa - Secondo l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, dal 2013 al 2020, l’indice per la parità di genere è migliorato. Stupisce però che i progressi siano complessivamente lenti e che il valore sia aumentato di poco. L’unico miglioramento netto è quello relativo ai posti di comando. Per quanto riguarda l’uguaglianza di genere in ambito lavorativo, l’Italia è sotto la media Europa ed è dietro a Spagna, Francia e Germania. Nell’indicatore "posti di comando", l’Italia è sotto la media europea ed è nuovamente dietro a Francia, Spagna e Germania. 

Imprenditoria femminile - Con la pandemia anche il mondo dell’imprenditoria femminile è stato colpito. "Quattro mila sono state le attività imprenditoriali femminili chiuse nel 2020 - sottolinea Anselmi -. Per far ripartire il motore femminile nella sfera imprenditoriale è indispensabile lavorare sull’accesso al credito, su un sistema di approvvigionamenti che sia gender smart e sull’ampliamento dell’accesso alle posizioni di leadership. Però, contestualmente, non dobbiamo dimenticare che dobbiamo sempre e continuamente lavorare su un’emancipazione che sia un’emancipazione tramite il lavoro, la capacità e delle competenze debitamente acquisite. La crisi, lo abbiamo visto, ha colpito maggiormente il settore dei servizi (istruzione, servizi alla persona, all’infanzia). Sono ambiti all’interno del quale l’occupazione femminile è rilevante ed è anche per questo che probabilmente ci troviamo di fronte a questi dati. Il senno di poi ci deve insegnare a reagire e ad agire in maniera diversa: sappiamo che le discipline Stem rappresentano una fetta significativa del mercato del lavoro di oggi e di domani. Il mercato di lavoro digitale avrebbe grande bisogno di allargarsi ai talenti femminili. Si apre per i Paesi europei così come per le loro aziende una grande possibilità: quella di allargare il bacino dei talenti a tutte le competenze integrando la presenza femminile anche in settori che sono ancora a forte trazione maschile per non ritrovarci in futuro in una situazione come quella che ci si è posta dinnanzi durante la pandemia di Covid". 

Le attività organizzate dal Parlamento europeo per la Festa della Donna - Il Parlamento europeo ha organizzato una serie di attività in occasione dell’8 marzo, tra queste degli incontri virtuali a cui hanno partecipato molte personalità. Durante la puntata, in particolare, abbiamo sentito gli interventi del ministro Elena Bonetti, dell’attrice Cristiana Capotondi e di Beatrice Venezi, direttore d’orchestra, realizzati in un evento promosso dal Pe.

Next Generation Eu e donne - Due dei settori chiave per cui dovranno essere spesi i soldi del Next Generation Eu sono green e digitale. Settori che però sono a prevalenza maschile. Cosa si può fare affinché questi ingenti investimenti non vadano dunque a incrementare il gender gap? Secondo Camussi "se vogliamo fare in modo che le donne non vengano penalizzate da un investimento in digitalizzazione ed economia green dobbiamo agire. Innanzitutto, è necessario realizzare un piano straordinario a favore dell’occupazione femminile considerando proprio quegli ambiti nei quali le donne sono presenti e competenti ma fortemente penalizzate e penso, dunque, alle infrastrutture sociali (educazione, sanità, servizi alla persona ecc). In secondo luogo, è necessario agire su un allineamento delle competenze, quindi nuovamente realizzare un piano straordinario per la riduzione del cosiddetto gender digital divide. Infine, dobbiamo lavorare sulla formazione".

Donne e posti di comando - Oggi, il 18,5% delle donne è capo di uno Stato dell’Ue. Essere una donna al potere è un’eccezione? Fa ancora notizia o non più? Secondo Baldassarre "fa notizia ma non la farà più perché le donne stanno facendo venir fuori il loro coraggio e il loro valore. Indipendentemente dagli orientamenti politici, quando una donna occupa un posto importante e di responsabilità ci riempie d’orgoglio". "Alla politica così come ai ruoli di leadership è necessaria la presenza delle donne per migliorare, per essere rappresentativi della metà della popolazione mondiale ma anche per rispondere alla metà dei consumatori mondiali. Quindi non si tratta di tappare i buchi, ma di rendere completa una certa attività. Non so realmente se il vento sia cambiato, sicuramente dobbiamo impegnarci tutti per fare in modo che il mondo delle prime donne che fanno qualcosa diventi il mondo delle donne che fanno qualcosa. Quindi il vento deve continuare a cambiare e questa è una responsabilità di tutti noi", è invece il parere di Anselmi. "Troppo poche e troppo eccezionali, non è necessario essere Wonder Woman per poter essere ai posti di comando e decisione, stante che intorno a noi non ci sono tutti Superman", conclude Camussi.

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