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La prima volta delle Teenage Mutant Ninja Turtles nel mondo dei videogiochi

Ricordiamo il primissimo videogame con protagoniste le manesche tartarughe mutanti

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Come forse avrete notato è di pochi giorni fa l’annuncio di un nuovo videogame basato sulle famose Teenage Mutant Ninja Turtles, il quartetto di tartarughe mutanti ideate nel 1984 da Kevin Eastman e Peter Laird. Quale migliore occasione per ricordare il debutto nel mondo dei videogame di questo particolarissimo gruppo di eroi amanti della pizza?

Correva l’anno 1989, le Tartarughe Ninja avevano già debuttato da tempo in televisione con un cartone animato di enorme successo e il loro arrivo in formato digitale era solo questione di tempo: ecco infatti che il videogame, semplicemente intitolato Teenage Mutant Ninja Turtles, viene pubblicato per Nintendo Entertainment System, la prima e storica console di Nintendo.

A differenza di praticamente tutti i videogame sulle Turtles che lo avrebbero seguito però non si trattava di un gioco di combattimenti, bensì di un classico platform game a due dimensioni.

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Impersonando una tartaruga a scelta tra le quattro disponibili, il giocatore è chiamato ad attraversare una serie di livelli a scrolling orizzontale eliminando i classici nemici della serie. A collegare un livello all’altro troviamo un’ampia mappa da esplorare in lungo e in largo, una caratteristica abbastanza interessante (e inusuale) nel 1989. Immancabile il classico livello subacqueo, diventato tristemente famoso all’epoca per essere davvero molto frustrante.

A produrre e sviluppare il gioco troviamo Konami, una regina dei videogame su licenza negli anni ‘80 e ‘90, che in effetti a livello di gameplay e trovate non si è poi sprecata molto in questo caso: al di là della possibilità di utilizzare i quattro diversi eroi - non molto differenziati fra loro a dire il vero - non ci sono particolari sprazzi interessanti nel gioco. Ciononostante - e sebbene le recensioni dell’epoca non lo avessero particolarmente incensato - Teenage Mutant Ninja Turtles è un grande successo e vende solo su NES oltre due milioni di copie.

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Il gioco viene convertito nei due anni successivi su diversi home computer, sia a 8 che a 16 bit, ottenendo anche in questo ambito ottime vendite che portano a una stima di oltre quattro milioni di copie piazzate in totale - un numero decisamente importante in quegli anni. Da notare che i possessori della versione per personal computer MS-DOS si ritrovarono con un videogame impossibile da portare a termine a causa dell’errato piazzamento di una piattaforma: una problematica insormontabile in un periodo in cui le patch erano per ovvi motivi inesistenti.

La carriera da platform game delle Tartarughe Ninja termina qui: già a partire dal bel coin-op uscito sempre nel 1989 - ancora ad opera di Konami - il gameplay cambia e abbraccia quello classico dei picchiaduro a scorrimento (o eventualmente a incontri, come nel validissimo Teenage Mutant Ninja Turtles: Tournament Fighters del 1993 per Super Nintendo e Mega Drive.

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Un’ultima curiosità sul gioco: nella copertina della versione NES, la prima a essere pubblicata, le quattro tartarughe hanno tutte la mascherina rossa sugli occhi. Un errore? Non proprio: per un errore fu utilizzata da Konami un’illustrazione tratta dal fumetto, pubblicato quando ancora non erano stati adottati i diversi colori per ogni personaggio.

Nel gioco comunque ciascuna tartaruga è abbinata al proprio colore come ormai siamo abituati a vederle noi che le abbiamo conosciute tramite i giocattoli e la serie TV.

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