biella, fascicolo aperto per omicidio colposo

Vaccino AstraZeneca, sequestrato "in via cautelativa" in tutta Italia il lotto bloccato in Piemonte

Il sequestro da parte dei Nas riguarda ben 400mila dosi. L'azione della Procura dopo il decesso di Sandro Tognatti, insegnante di clarinetto al conservatorio di Novara 

La Procura di Biella ha ordinato il sequestro preventivo d'urgenza sull'intero territorio nazionale del lotto ABV5811, cui apparteneva la fiala di vaccino somministrata a Sandro Tognatti, insegnante di musica morto sabato notte, alcune ore dopo aver ricevuto la somministrazione del vaccino anti Covid prodotto da AstraZeneca. Il sequestro da parte dei Nas riguarda ben 400mila dosi.

Stop in via cautelativa - Il provvedimento adottato, ha scritto il procuratore Teresa Angela Camelio, interviene "a seguito della decisione della Regione Piemonte di sospendere 'momentaneamente' la somministrazione del vaccino AstraZeneca rientrante nel lotto ABV5811, in attesa delle decisioni dell'Autorità Giudiziaria e della Commissione di Vigilanza del Farmaco". La Procura ha precisato che "il provvedimento cautelare è stato attuato in quanto, sebbene allo stato non vi sia alcuna evidenza scientifica che permetta di stabilire con certezza la sussistenza di fattori causali o concausali tra la somministrazione del vaccino "AstraZeneca" e il decesso di Tognatti Sandro, tuttavia, la concomitanza temporale tra il decesso del predetto e la somministrazione del vaccino rientrante nel lotto ABV5811, unitamente all'assenza di patologie pregresse o concomitanti gravi, non può escludere - allo stato - la sussistenza di nesso eziologico tra i due fenomeni e la conseguente ravvisabilità del delitto ipotizzato".

La Procura di Biella indaga per omicidio colposo - La Procura della Repubblica di Biella ha aperto un procedimento penale contro ignoti per omicidio colposo dopo la morte di Sandro Tognatti, l'insegnante di musica deceduto diverse ore dopo la somministrazione del vaccino anti Covid prodotto da AstraZeneca.

La moglie del docente morto: "Era felice di fare l’iniezione, bisogna ancora crederci" - "Mio marito credeva nel vaccino e bisogna continuare a crederci perché è l’unica strada che ci può liberare da questa situazione". In un'intervista a Repubblica, Simona Riussi "non se la sente" di dare la "colpa" al siero anti-Covid per la morte del marito 57enne.